Anche gli arabo-americani votano per Donald Trump

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Anche i cittadini arabo-americani votano per Donald Trump, una preferenza che la dice lunga sull’efficacia della campagna elettorale condotta finora dai democratici statunitensi. Trump attacca la Harris  rivolgendosi proprio ai cittadini arabi sul social di Truth: “se Kamala ottiene altri quattro anni, il Medio Oriente trascorrerà i prossimi quattro decenni in fiamme, i vostri figli andranno in guerra, forse persino una Terza Guerra Mondiale, una cosa che non succederà mai con il presidente Trump in carica.  Per il bene del vostro Paese e dei vostri figli votate Trump per la pace”. I cittadini mediorientali con facoltà di poter votare in territorio americano sembrano essere ben motivati a votare  Trump,  in quanto preoccupati per la guerra nella regione araba, mentre altri sarebbero ulteriormente interessati a risollevare l’economia.

Amer Ghalib, sindaco democratico di Hamtramck in Michigan, ha abbandonato la linea democratica del suo partito per appoggiare l’imprenditore americano nella sua campagna elettorale. Nella località in questione, anche tutti i funzionari eletti sono arabi e persino questi ultimi hanno deciso di seguire Ghalib nella nuova missione elettorale, sempre a favore dei repubblicani. “Il presidente Trump ed io possiamo non essere d’accordo su tutto, ma lui è un uomo di principi”, dichiarò un po’ di tempo fa Ghalib, arrivato negli Usa a 17 anni come rifugiato dallo Yemen. Per il primo cittadino di Hamtramck, votare il tycoon è “la scelta giusta in questo momento cruciale”.

Durante un’intervista a Sky news, Amer Ghalib ha parlato del suo cambio di rotta politico a favore di Trump: “E’ stata l’unione di due cose, delusione e speranza. Delusione per il modo in cui l’attuale amministrazione sta gestendo le cose a livello locale e internazionale e speranza che la nuova amministrazione, guidata da Trump, lo faccia in modo diverso. Ad avvicinare poi la comunità arabo americana a Trump e ai conservatori c’e’ poi anche la questione dei valori considerati troppo liberal, in particolare in materia Lgbt, dei democratici. C’è troppa aggressione e tentativi in imporre certi valori sulla maggioranza di questa comunità nelle scuole, sul suolo pubblico”. Alcuni mesi fa, Amer Ghalib decise di bloccare il tentativo di issare una bandiera Lgbt su alcuni edifici della città. Peraltro in Michigan risiede la più importante comunità mediorientale in assoluto, che conta 200mila cittadini arabi sul territorio.

E’ questo il paradosso indicato dai sondaggi, come quello di Arab New/You Gov, che registrano come l’ex presidente sia avanti di due punti rispetto alla candidata democratica, tra gli elettori arabo-americani.  E un sondaggio dell’inizio del mese, dell’Arab American Institute, indicava un vantaggio addirittura di quattro punti, il 46% contro il 42%. Non solo, secondo il sondaggio più recente, il repubblicano viene considerato significativamente più in grado di mettere fine al conflitto in Medio Oriente, il 39% contro il 33%. Anche se, a conferma del paradosso, Trump viene considerato, con un margine di sei punti, molto più a sostegno dell’attuale governo israeliano di quanto lo sia Harris.  Il dato preoccupante per i dem è quindi che, a due settimane dal voto, Harris ha 18 punti in meno di quelli che aveva Joe Biden nel 2020 tra gli elettori arabo americani, che quindi potrebbero risultare la carta vincente a sorpresa di Trump.

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