Matteo Renzi approfitta della diretta Rai per fare cabaret attaccando il presidente del Senato, Ignazio La Russa. Accade nel corso delle dichiarazioni di voto sulla fiducia sulla legge di Bilancio.
Renzi porta avanti il suo intervento regolarmente, ma alla fine, per dare un tocco teatrale, inizia a dare in escandescenze.
«Quello che voglio dire alla rumorosa componente della maggioranza, della quale il presidente del Senato non si avvede…», attacca l’ex premier innescando la replica di Ignazio La Russa: «Non c’è nessun rumore particolare, capisco che lei vuole un silenzio assoluto, ma siamo nella regola. La prego di non darmi lezioni, prosegua senza dare a tutti lezioni».
Renzi, in risposta, ha alzato la voce attaccando il presidente di Palazzo Madama: «Lei non può interrompermi in diretta televisiva, camerata La Russa lei deve abituarsi a rispettare l’opposizione in quest’aula». «Abbia la cortesia di non fuggire dalla verità», è stata quindi la replica di La Russa, con Renzi che ha quindi aggiunto: «Magari pensavo di farle un complimento, si figuri… Il fatto che non avverta i rumori è tipico di una età incipiente che va avanti, non è un problema».
«Vi chiedo di ascoltare religiosamente il senatore Renzi», taglia corto La Russa non abboccando alla provocazione e chiudendo il numero di Renzi.
La parte politica dell’intervento di Renzi: una norma contro di me
«Non c’è niente in questa legge di bilancio e potrei finire il mio intervento, ma mi resta del tempo per parlare della ‘norma Renzi’, una norma ad personam». Così il presidente di Italia viva, nel corso delle dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia posta dal governo sulla manovra.
«Da un mese – ha proseguito Renzi – la presidente del Consiglio ha dato mandato ai suoi uffici di studiare una norma contro di me. Io sono stato accusato ingiustamente di aver fatto politica rubando i soldi o facendo i favori alla mia famiglia, dei magistrati hanno riconosciuto che era tutto falso. Avrei gradito le scuse pubbliche di FdI e del M5s che hanno maciullato la mia famiglia in questi anni, ma sono in una fase in cui potete fare tutte le norme contro di me. Non mi cambia niente, sono felice».
«Oggi Renzi è andato completamente fuori dalle righe – premette Malan – quando si è accorto che, mentre parlava in dichiarazione di voto, i senatori di centrodestra, anziché contestarlo, non prestavano attenzione al suo intervento e, pur senza disturbare, erano (come direbbe il poeta) ‘in altre faccende affaccendati’. La cosa era per lui intollerabile e allora avanti con offese agli esponenti della maggioranza, sgarberie di basso livello verso il presidente La Russa, reo (secondo lui) di non obbligare l’Aula ad ascoltarlo in religioso silenzio; e poi una intemerata contro una norma che ritiene lo colpisca personalmente nei suoi interessi economici. Ma nessuno – conclude il capogruppo dei senatori FdI – è caduto nel tranello di ingaggiare una rissa verbale con l’ex presidente del consiglio. Forse per lui un colpo più duro di quelli che gli riservano gli elettori».
«Un atteggiamento da bulletto adolescente più che da un senatore della Repubblica, già presidente del Consiglio. Quando Renzi parla di classe dirigente impresentabile, forse dovrebbe guardarsi allo specchio. Al presidente La Russa giunga la mia solidarietà», commenta Salvo Sallemi, vice-capogruppo di Fratelli d’Italia in Senato.
«Se un parlamentare di Fratelli d’Italia avesse offeso per la sua età un presidente del Senato di diversa estrazione politica, sarebbe accaduto comprensibilmente il putiferio, commenta Antonella Zedda, vicecapogruppo dei senatori di Fratelli d’Italia, che sottolinea il silenzio dell’opposizione. «Questo dimostra il livello di abbrutimento cui è ridotta una sinistra che vorrebbe dare patenti di moralità ad altri».
«L’attacco scomposto a La Russa, accompagnato da un livore inusuale per le aule parlamentari, è sintomo di una mancanza di senso delle istituzioni gravissima per chi è stato anche presidente del Consiglio», osserva Micaela Biancofiore. «Che il senatore Renzi non fosse esattamente un lord inglese lo sapevamo già ma oggi si è spinto oltre il consueto battutismo da cinepanettone. Evidentemente – sottolinea l’esponente di Noi Moderati – non gli è servito di lezione che gli elettori lo bocciano costantemente nelle urne perché infastiditi dal suo modo di fare bullesco e non si fanno più gabbare da titoli e battute».