Autonomia differenziata. Emiliano ripara alla ‘figuraccia’ in consiglio regionale, arriva il ricorso alla Corte Costituzionale

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Il no all’autonomia differenziata di Calderoli con la richiesta di referendum che avrebbe raggiunto le oltre 600mila firme si arricchisce di un nuovo paladino. Ora scende in campo, nuovamente, il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano che ha deciso di impugnare dinanzi alla Corte costituzionale la legge ‘Calderoli’ (26 giugno 2024, n. 86) recante ‘Disposizioni per l’attuazione dell’autonomia differenziata delle Regioni a statuto ordinario ai sensi dell’articolo 116, terzo comma, della Costituzione’, per lesione della sfera di competenza delle Regioni, come previsto dall’art. 127, comma 2, della Costituzione”. Una strada obbligata, questa, per Emiliano perché ha dovuto rimediare alla figuraccia rimediata nel Consiglio regionale pugliese che non ha potuto approvare la delibera referendaria per un errore contenuto nell’atto lasciando, così, a quota quattro i consigli regionali che hanno chiesto il referendum, uno in meno di quanto è necessario per proporre l’abrogazione della legge. Lui, uomo del sud, non poteva lasciare il pallino in mano ai governatori ‘amici’ ed ‘alleati’ di Campania, Emilia Romagna, Toscana e Sardegna, su un tema così forte dal punto di vista politico nazionale. Doveva intervenire dopo il passo falso in consiglio regionale anche e soprattutto per dimostrare che il ‘governatore’ della Puglia è sempre lui. E senza di lui, almeno per ora, da un punto di vista politico, nessuno si potrà permettere alcuna fuga in avanti. Come De Luca in Campania lui si sente il vice re della Puglia. ”La Giunta ha affidato oggi l’incarico al prof. avv. Massimo Luciani, di chiara fama, uno dei massimi costituzionalisti italiani, e al capo dell’Avvocatura regionale Rossana Lanza che coordina il gruppo per lo studio dell’autonomia differenziata istituito dal presidente della Regione. La Costituzione (art.116 comma 3) prevede infatti la possibilità che siano attribuite ‘ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia’ alle Regioni a statuto ordinario, e non certo la possibilità, invece prevista dalla legge Calderoli, del trasferimento di tutte le funzioni concernenti tutte le ventitré materie contemplate dall’art. 117 Cost., così perpetrando una palese violazione dei princìpi fondamentali di unità e indivisibilità della Repubblica. Secondo la Regione Puglia, tale violazione si riverbera inesorabilmente sull’ordinamento regionale e sui princìpi supremi di eguaglianza tra i cittadini nell’esercizio dei diritti e nell’assolvimento dei doveri fondamentali. Inoltre, la concessione di maggiori spazi di autonomia, per come realizzata, determinerebbe l’erosione delle risorse che lo Stato impiega per finanziare il fondo perequativo per le Regioni con minori capacità di spesa, impedendo così di finanziare specifici interventi di sviluppo economico e coesione sociale per contrastare gli svantaggi tra territori”. “Alle iniziative referendarie – dichiara il presidente Michele Emiliano – già promosse dalle Regioni e dai cittadini italiani, impegnati in una straordinaria mobilitazione per la raccolta di firme, si aggiunge la decisione della Regione Puglia di impugnare la legge Calderoli direttamente dinanzi alla Corte Costituzionale. C’è un corposo lavoro di approfondimento e studio alla base di questo percorso che si avvale della competenza e autorevolezza in materia del prof. Luciani. Questa iniziativa nasce con lo spirito di tutelare i cittadini italiani e l’unità stessa del nostro Paese nel rispetto dei principi sanciti dai nostri padri costituenti. Quindi tale impugnativa si affianca alle iniziative referendarie, seguendo un percorso parallelo che va nella stessa direzione ed offrendo una strada in più dinanzi alla Corte Costituzionale per contrastare gli effetti di squilibrio dell’assetto economico-finanziario delle Regioni e la violazione delle competenze regionali attribuite dalla Costituzione”.

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