Bari – 73enne salvata da una porta blindata e dagli eroi del soccorso

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Un’attesa che è diventata uno strazio prima di essere una gioia, tra polvere e via vai di soccorritori, quella della famiglia della 73enne pensionata Rosalia De Giosa rimasta, per più di un’intera giornata, sepolta viva sotto le macerie della palazzina di via Edmondo De Amicis, a Bari, all’interno della quale al quarto piano c’era la sua abitazione. La donna che quarant’anni fa con il marito aveva acquistato quell’appartamento era rimasta vedova poco meno di cinque anni fa, nel 2020 era rimasta vedova, era stata di fatto sfrattata dalla sua abitazione in seguito all’ordinanza di evacuazione emessa dal comune di Bari il 24 febbraio dell’anno scorso, per grave pericolo di crollo dell’edificio. Lei, da allora, era andata a vivere a casa del figlio Costantino a Mola di Bari e mercoledì approfittando del fatto che proprio il figlio, di professione guardia giurata al policlinico del capoluogo pugliese, doveva andare a Bari a lavorare aveva approfittato per passare da casa, in compagnia del suo piccolo cagnolino, per prendere qualche effetto personale, forse, anche in previsione dell’inizio dei lavori di consolidamento e messa in sicurezza dell’immobile che poteva non consentirle l’accesso. “Quando mi sono reso conto che c’era qualcosa che non andava, perché si iniziavano a sentire alcuni strani rumori”, racconta Romeo, il suo dirimpettaio che si trovava davanti all’edificio perché era andato a rendere omaggio alla salma di un inquilino della palazzina di fronte, “ho iniziato a dare l’allarme e ad avvisare sia una famiglia che era al primo piano che è riuscita a mettersi in salvo che Rosalia la quale non mi ha risposto ne’ al citofono ne’ al cellulare”. La donna, con tutta probabilità, avendo capito che stava per succedere qualcosa stava guadagnando l’uscita. Per tutto il periodo davanti a quella palazzina c’erano i tre figli della 73enne, Caterina, Costantino e Rosanna che non hanno mai perso la speranza di poter rivedere viva la loro madre. “L’hanno individuata e pare che sia viva”, ci racconta con una voce rotta dalla commozione, intorno alle 19.30, di ieri sera, Francesco il marito di Caterina che insieme ai suoi parenti aspettava quella notizia. “Prima ci hanno avvisato che avevano ritrovato la sua borsetta, poi pochi istanti dopo che avevano sentito dei lamenti provenire dalle macerie e per questo hanno fatto spegnere tutti i macchinari e chiesto il massimo silenzio. Per noi”, continua Francesco, “sono stati interminabili attimi di gioia speranza culminati con la notizia che ci hanno comunicato dicendoci che era viva”. Ci sono volute quasi due ore per estrarre in sicurezza Rosalia da sotto le macerie. “L’ha salvata una porta blindata che le ha fatto da scudo creando, di fatto, una specie di cunicolo sotto il quale era rimasta intrappolata mia suocera”, spiega Francesco che non ci sta dalla gioia. Poi, finalmente alle 21,30 con una lettiga veniva adagiata in un’ambulanza e fatta vedere ai tre figli che non credevano ai loro occhi. “E’ stata una gioia indescrivibile, in un attimo è svanita la stanchezza, la tensione di una intera notte e di un intero giorno di attesa”, commenta Caterina, titolare di una azienda agricola che coltiva e commercializza cipolle rosse di Acquaviva delle Fonti. “Un ringraziamento particolare e di cuore va a tutti coloro i quali, incessantemente, si sono prodigati per cercare di salvare la mamma che è come se fosse rinata una seconda volta. Non ci saranno mai abbastanza parole per ringraziare tutti coloro i quali per un giorno intero non hanno mai smesso di credere di poter arrivare a salvare mia madre. Tutti ci hanno mostrato un grande volto di solidale umanità e grande professionalità e sensibilità. Ho visto mia madre vigile sulla barella e non sembrava essere in cattive condizioni. Lei in questa occasione è stata forte e tenace, nonostante per un intero giorno è rimasta praticamente sepolta viva sotto le macerie di quella che era la sua casa che aveva comprato con mio padre oltre quarant’anni fa”, aggiunge Caterina mentre con suo marito e i suoi figli insieme a suo fratello e sua sorella corrono verso il policlinico di Bari per accudire e stare insieme alla ritrovata mamma.

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