Un atto vandalico dimostrativo e insensato o un chiaro raid di matrice politica? Questi gli interrogativi ai quali stanno cercando di dare una risposta gli investigatori della Digos, la divisione investigazioni generali e operazioni speciali della polizia di Stato della questura di Bari in merito all’atto vandalico scoperto, questa mattina, ai danni di una delle porte di accesso al Municipio 1 del capoluogo pugliese, in via Gian Battista Trevisani. Ieri mattina al loro arrivo, nel loro posto di lavoro, i dipendenti della sede centrale del Municipio al quartiere “Libertà” hanno notato subito che c’era qualcosa che non andava con la vetrata imbrattata da vernice rossa, alcune scritte sui muri e un biglietto attaccato a quella vetrata che presentata anche delle lesioni quasi fossero fori di proiettile. Immediatamente è scattato l’allarme con una telefonata al comando del corpo di polizia locale e al 113. Sul posto sono arrivate diverse pattuglie della polizia locale e alcune volanti della polizia che resisi conto di quello che era accaduto hanno investito i colleghi della Digos e i tecnici della polizia scientifica per i rilievi del caso. Dalla prima ricostruzione dei fatti qualcuno la scorsa notte o, al massimo nelle prime ore questa mattina, poco prima dell’alba, avrebbe lanciato una bomba carta verso la vetrata dell’ufficio pubblico, colpito con un piccone o qualcosa di simile i vetri blindati di quell’ingresso, sporcato con della vernice rossa la porta e lasciato attaccato un biglietto oltre ad aver scritto con dello spray nero poco più in là qualche frase e qualche parola come “Vendetta per Ramy” e “No Cpr” con una letta A maiuscolo all’interno di u cerchio nero quasi a voler indicare una sorta di firma di chi si è reso responsabile di quel atto vandalico. I riferimenti delle scritte sono chiaramente riconducibili alla vicenda del giovane morto a Milano dopo un inseguimento con le forze dell’ordine e al centro di permanenza per i rimpatri che, a Bari, si trova nei pressi dell’aeroporto e che ospita cittadini stranieri irregolari resisi responsabili di aver compiuto reati accertati in Italia. Dopo aver provveduto a rilevare le tante impronte presenti sulla vetrata e sul luogo oggetto dell’atto vandalico gli investigatori hanno aperto quella busta bianca attaccata alla vetrata per esaminarla nel tentativo di dare una matrice e un movente al gesto vandalico. Lo scritto è stato portato in questura per essere analizzato, pare, da quanto trapelato, che contenga messaggio contro le forze dell’ordine e non all’indirizzo dell’ente locale. Si tratta di una lettera di una pagina e mezza non formata con un chiaro contenuto politico non legato all’attività istituzionali del Municipio. Intanto gli inquirenti hanno sequestrato i filmati delle telecamere di videosorveglianza della zona per esaminarli nel tentativo di individuare gli autori del gesto. Sull’accaduto la DDA, la direzione distrettuale antimafia di Bari ha aperto un fascicolo di indagine contro ignoti con l’ipotesi di reato di danneggiamento. Sull’episodio è intervenuto il sindaco di Bari Vito Leccese, che nell’esprimere sdegno e preoccupazione rispetto a questo atto di vandalismo ci ha tenuto a dire che “quello che è accaduto alla sede del Municipio I è un episodio molto grave, da condannare fermamente. Non esiste alcuna motivazione che possa giustificare un atto oltraggioso nei confronti di un’articolazione fondamentale del Comune, nella quale vengono erogati servizi essenziali ai cittadini, soprattutto quelli più fragili. La mia piena solidarietà va alla presidente di Municipio Annamaria Ferretti, ai consiglieri municipali e a tutti i dipendenti che ogni giorno lavorano al servizio della città. Durante gli orari di apertura degli uffici”, ha concluso il primo cittadino barese, “è sempre garantito il presidio della Polizia locale, che sarà intensificato negli orari di chiusura. Sono certo che le indagini in corso porteranno all’identificazione dei colpevoli”.