Bari – Duro colpo alla mafia con un sequestro patrimoniale di 3 milioni di euro

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Un duro colpo all’assetto patrimoniale della malavita barese è stato inferto, all’alba di ieri mattina, dagli uomini della DIA, la direzione investigativa antimafia di Bari. Nel mirino della giustizia è finita una grossa parte del patrimonio di uno dei luogotenenti della famiglia Parisi. In quest’ottica sono stati sequestrati tredici immobili, tra cui, anche, una palazzina di pregio che si trova nel centro storico Acquaviva delle Fonti, alcune autovetture, somme di denaro contante e diverse disponibilità finanziarie, per un valore complessivo stimato in tre milioni di euro che, secondo gli investigatori erano intestate, solo sulla carta, a un prestanome ma, di fatto, si tratterebbe di un ingente patrimonio riconducibile al pluripregiudicato 43enne, del posto Luigi Spinelli, ritenuto dagli inquirenti un referente storico del potente e spregiudicato clan mafioso “Parisi” del quartiere Japigia di Bari. L’operazione è stata disposta dalla terza sezione di prevenzione del tribunale di Bari. Dalle indagini effettuate dal personale della Dia, del capoluogo pugliese, sarebbe emerso come lo Spinelli ritenuto dagli investigatori e dalla stessa procura distrettuale antimafia della procura della repubblica di Bari, “un soggetto socialmente pericoloso in quanto già condannato per associazione di stampo mafioso, riciclaggio, ricettazione, detenzione e traffico di ingenti quantitativi di droga, omicidio colposo, abbia accumulato un patrimonio di valore sproporzionato rispetto ai redditi dichiarati al fisco, per cui è stata ritenuta fondata l’ipotesi che detta ricchezza potesse essere il frutto dell’impiego di proventi di attività delittuose”. Ovviamente, adesso l’ipotesi accusatoria, come previsto per legge, in questi casi, dovrà passare attraverso una ulteriore verifica successiva, nella fase decisoria, con il contraddittorio con la difesa. Per la procura antimafia del capoluogo pugliese l’operazione di ieri “si inquadra nell’ambito delle attività istituzionali finalizzate all’aggressione delle ricchezze illecite acquisite e riconducibili, direttamente o indirettamente, a contesti criminali, agendo così, anche, a tutela e salvaguardia della parte sana del tessuto economico nazionale”. Il principale destinatario della misura di prevenzione, Luigi Spinelli era già stato coinvolto anni fa nell’inchiesta “Magic Work”, condotta dal centro operativo della stessa Dia, nel corso della quale gli venivano contestati i reati di associazione a delinquere finalizzata al riciclaggio, autoriciclaggio, trasferimento fraudolenta di valori e detenzione ai fini di spaccio di grossi quantitativi di sostanze stupefacenti. Un contesto quello nel quale era ben inserito il poco più che quarantenne di Acquaviva delle Fonti del quale aveva parlato, dettagliatamente, il Ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, nella sua relazione al Parlamento sull’attività svolta e i risultati conseguiti dalla Direzione investigativa Antimafia nel periodo luglio-dicembre del 2022. Il titolare del Viminale, già un anno e mezzo fa scriveva: “la parcellizzazione e il dinamismo dei fenomeni associativi continuano a caratterizzare l’intero scenario mafioso pugliese in cui le diverse costellazioni di clan e di sodalizi, tra loro in altalenanti rapporti di conflittualità e alleanze, proseguono il loro percorso in ascesa verso l’acquisizione di forme imprenditoriali sempre più complesse e strutturate”. Con quella di ieri messa a segno dalla Dia barese si allunga notevolmente la lista dei beni sequestrati e confiscati ai clan mafiosi dell’intera area metropolitana di Bari”.

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