In una chiesa gremitissima di persone commosse si sono svolti oggi pomeriggio i funerali di Francesco Dogna, il 63enne trovato morto mercoledì all’interno della sua abitazione al quartiere “Santo Spirito” a nord del capoluogo pugliese. La salma è arrivata alla chiesa dello Spirito Santo con mezz’ora d’anticipo, poi alle 15,30 in punto è stato celebrato il rito funebre presieduto dal cugino della vittima don Cosimino di Masi insieme al parroco don Fabio Campione. All’interno della chiesa la commozione era tanta. “Ero un suo ex collega di lavoro, non ci posso credere ancora. Era una persona per bene che non ha mai fatto male a nessuno, non meritava di fare questa fine”, commenta un signore sulla sessantina entrando in chiesa con gli occhi lucidi con a braccetto sua moglie che scuote la testa annuendo alle dichiarazioni del marito. All’inizio della celebrazione funebre, il suo parroco, Don Fabio affidando l’anima del suo parrocchiano al Signore ha detto “occorre giustizia per Franco glie lo si deve, per l’uomo che era e per quello che ha rappresentato per la sua famiglia, i suoi amici e i suoi colleghi”. Durante l’omelia don Cosimino, cugino di sangue della vittima lo ha voluto ricordare “per la sua amicizia, la sua stima, la sua amabilità che tutti noi abbiamo conosciuto che non possono farci dimenticare il senso di fragilità delle nostre esistenze, e di come siamo nostro malgrado vittime degli avvenimenti”. All’interno della chiesa il parroco, don Fabio Campione aveva chiesto con garbo ai cineoperatori di non entrare per fare riprese durante il pietoso rito funebre, fuori una pattuglia dei carabinieri a verificare che tutto si svolgesse in tranquillità. Prima che quella cassa di colore chiaro lasciasse la chiesa, don Fabio si è scusato con i tanti amici, parenti e colleghi del defunto per non poter concedere loro la possibilità di esprimere un pensiero di ricordo della vittima di questo efferato omicidio. “Siete in tanti che me lo avete chiesto e questo non è possibile vi invito a deporre un bigliettino con il vostro pensiero all’interno della tomba al momento della tumulazione o, ancor meglio a darlo alla sorella e al cognato di Franco, in modo che i vostri pensieri possano alleviare il loro immenso dolore per questa perdita e per aver vissuto anche la tragica esperienza della macabra scoperta”. Subito dopo la benedizione del feretro si è avvicinata all’altare un nipote di Franco Ogna per ricordarlo a nome di tutte le persone che lo conoscevano. Con voce rotta dal dolore il nipote della vittima ha detto: “Zio Fra, come ti chiamavamo noi nipoti, sei stato un uomo davvero unico e molto speciale. Tutti noi nipoti ti chiamavo zio 2.0. Per noi eri più di uno zio. Sei stato un amico, un fratello e un compagno di avventure, un complice, un sorriso nelle nostre vite e una spensieratezza nei nostri pensieri. Tutti insieme abbiamo vissuto momenti indimenticabili pensando alla vita, che oggi non hai più al tuo mare, a quel mare che guardavi perdendoti nelle tue estasianti fantasie che andavano oltre l’orizzonte. Ovunque andassi”, ha concluso il nipote della vittima, “lasciavi il segno, un segno indelebile nei cuori e nella mente perché avevi la grande capacità di far sentire tutti speciali. Eri una persona capace di unire e di creare legami che duravano una vita. Ogni occasione era un momento da ricordare, ora anche le cose più semplici vissute insieme saranno speciali. Zio, ti ringraziamo per tutto quello che ci hai dato”. Subito dopo il feretro è stato accompagnato a spalla dagli operatori funerari sotto uno scroscio di applausi e tanto sentito quanto composto dolore per la perdita di una persona che a detta di tutti coloro che lo conoscevano era una persona per bene, pacifica, riserva e altruista al tempo stesso. La tumulazione della salma nel vicino cimitero di Palese è avvenuta subito dopo la celebrazione della messa all’imbrunire di oggi.