Bari – Il Governo, grazie al senatore Melchiorre(FdI) stanzia fondi per il personale, ma il sindacato li taglia. Siamo al paradosso

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Dura levata di scudi dei lavoratori del teatro Petruzzelli di Bari contro i sindacati. Il lodo del contendere? I dovuti arretrati contrattuali. Ormai in Italia siamo al paradosso. Si un vero e proprio paradosso. Da un lato Il governo di centro destra stanzia fondi per il rinnovo contrattuale di lavoratori e dall’altro i sindacati nazionali: Cgil, Cisl, Uil e Fials che si accordano con l’A.N.FO.L.S., l’associazione nazionale fondazioni lirico-sinfoniche che riunisce i dodici teatri d’opera, presenti su tutto il territorio nazionale, derivanti dalla trasformazione degli Enti lirico-sinfonici, tra cui il Petruzzelli, per non riconoscere ai lavoratori quanto spettante e, soprattutto, coperto da provvedimento di legge. Torniamo indietro nella ricostruzione dei fatti. Il 30 novembre del 2023, dopo ventuno anni di attesa, viene rinnovato il contratto di lavoro del comparto. Per far fronte alla copertura di spesa di una delle voci del rinnovo contrattuale, grazie all’impegno del senatore Filippo Melchiorre, come evidenziano gli stessi lavoratori in una missiva al sovrintendente Massimo Biscarsi, il 29 giugno scorso, sette mesi dopo il rinnovo del contratto, il governo a guida Meloni approva il decreto legge numero 89, che al comma 4 dell’articolo 4 recita testualmente: “Al fine di rafforzarne l’operatività istituzionale, in linea con le iniziative di rivitalizzazione socio-culturale e di promozione e diffusione di iniziative artistiche e culturali del territorio di riferimento, è disposto, per l’anno 2024, a favore della Fondazione lirico-sinfonica Petruzzelli e Teatri di Bari un contributo straordinario di euro 750.000. …”. Il decreto, quindi, riesce a stanziare 750 mila euro, come contributo straordinario, in favore dei dipendenti del Petruzzelli affinché questi percepiscano quanto previsto per legge e legittimamente dovuto. E fin qui tutto bene madama la marchesa, grazie ad un intervento pro lavoratori di un senatore di centro destra legato alla sua città, ai suoi emblemi, alla sua cultura e ai suoi lavorato. Ma la cosa, forse, deve aver dato fastidio a qualcuno nelle segrete stanze dei bottoni della rappresentatività sindacale dei lavorato. “Come si è permesso costui del centro destra di perorare, tra l’altro con successo e non solo demagogicamente,  la causa di un popolo storicamente di sinistra? E in questo caso, trattandosi di cultura di pura sinistra? Allora, si corre ai ripari, come? E’ presto detto: nonostante i soldi ci sono, la norma (in questo caso il nuovo contratto di lavoro) pure, le organizzazioni sindacali capeggiate dalla Cigl di quel Landini che solo qualche giorno fa fingendosi dalla parte dei lavoratori faceva riferimento a una possibile “rivolta sociale”, decidono di gabbare le maestranze del Petruzzelli mandando in scena una delle più infamanti e tragicomiche commedie all’italiana in bianco e nero. Sì in bianco e nero. Il bianco della beffa riservata ai lavoratori e il nero del partito che li ha tutelati. Se con una penna nera il governo ha stanziato i soldi con un bianchetto i sindacati sottoscrivendo un accordo con l’A.N.FO.L.S. lo scorso 13 novembre, hanno mandato in bianco le legittime aspettative di chi lavora allo storico teatro barese. Come? Anche in questo caso è presto detto. Il beffardo accordo della settimana scorsa, a differenza della copertura finanziaria di legge che prevede l’intero anno in corso, che viene ignorata, prevede che e ai dipendenti anziché riconoscere il pagamento di quegli emolumenti contrattuali dal primo gennaio di quest’anno, fino a dicembre, venga applicata l’adeguamento contrattuale solo per gli ultimi tre mesi dell’anno. Un paradosso tutto all’italiana. È vero, un tempo, neanche tanto lontano, eravamo abituati a vedere dei cliché consolidati come i lavoratori difesi dalla sinistra e dal sindacato e la destra che incarnava le ragioni dei datori di lavoro, gli ebrei difesi dalla sinistra e dai sindacati a scapito di una destra che per riportare alla storia gli infoibati ha dovuto ricorre ad una legge istituendo il giorno del Ricordo. Ma il mondo cambia, crollano i muri e gli oligarchi di tutto il mondo di bolscevica memoria si riciclano. La sinistra condanna il popolo ebraico a favore di una organizzazione terroristica come Hamas, Liliana Segre deve essere difesa dal centro destra dagli attacchi dei sinistrosi centri sociali. Un ribaltamento di ruoli che stanno scombussolando le sorti del mondo e del nostro Paese. E di questo dovrà farsene una ragione il vice presidente della Commissione Finanze di Palazzo Madama che ha avuto l’ardore di difendere i lavoratori. Ma come ha osato mai costui? Come si è permesso di usurpare un posto storicamente destinato alla demagogica retorica sindacale di quella sinistra che dalla sua nascita campa sui e di lavoratori? Se ne dovranno fare una ragione i lavoratori del Petruzzelli che pur minacciano di bloccare le attività a partire dal prossimo 1° dicembre se non viene riconosciuto loro il giusto dovuto modificando dal verbale di accordo sindacale quella frase che recita “… Gli arretrati dovuti dall’effetto trascinamento dalla data del 7 ottobre 2024…”. Una data cara alla sinistra e ai sindacati che spostata indietro nel tempo ha dato loro l’occasione di schierarsi contro il loro storico “popolo di Israele” anche questo reo ideologicamente parlando di aver ricevuto, nel tempo, leader della destra italiana. Il tutto in danno dei lavoratori del teatro Petruzzelli di Bari. Forse è il caso che il segretario Landini riveda parzialmente la sua affermazione: da “rivolta sociale” a “rivolta culturale” alla quale sta andando in contro dopo quanto fin qui raccontato. Ma forse, questo poco importa, perché alla fine si tratta solo di pochi lavoratori rispetto all’immenso cavallo di Troia che i sindacati stanno cavalcando contro l’unico governo eletto democraticamente dal popolo negli ultimi anni e non sorto da incarichi e congiure di palazzo, che piaccia o no questa è la realtà che per i lavoratori dello storico politeama barese è una triste realtà. 

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