Bari – Neonato morto: non ha funzionato il tappetino, per la perizia tecnica

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Non ha funzionato il tappetino della culletta termica all’esterno della chiesa di “San Giovanni Battista” del residenziale quartiere “Poggiofranco” di Bari, dove la mattina del 2 gennaio scorso fu ritrovato un neonato di circa un mese di vita, morto. A stabilirlo è stata la prima perizia tecnica, disposta dalla procura della Repubblica di Bari, effettuata questa mattina che è durata, sotto una insistente pioggia e un clima rigido, due ore e mezza dalle 12 alle 14,30. All’esame peritale ordinato dal procuratore aggiunto Ciro Angellilis e dal sostituto procuratore della Repubblica, Angela Morea hanno preso parte oltre agli inquirenti, per il tribunale, il professor Saverio Mascolo docente di ingegneria elettrica del Politecnico di Bari coadiuvato dal perito tecnico Luigi De Vecchis e a dal medico legale Cecinati, mentre per i due indagati, il parroco Don Antonio Ruccia e l’elettricista installatore Vincenzo Nanocchio hanno partecipato i rispettivi consulenti di parte, Paolo Lino e Michele De Ligio, entrambi docenti di ingegneria elettrica al politecnico barese, i legali Salvatore D’Aluiso e Giovanni De Leo e lo stesso sacerdote che fa sapere il suo legale “è turbato per l’intera vicenda”. La perizia è iniziata ispezionando l’intera struttura che è stata fotografata e filmata nei vari particolari. Posi sono state effettuate tutte le prove possibili e immaginabili per verificare il funzionamento della culla e il suo sistema di allarme che a volte ha funzionato e a volte no. Per effettuare la verifica di funzionalità della culletta, soprattutto per quanto concerne l’attivazione del sistema di allarme telefonico i periti hanno appoggiato un peso sul materassino senza però che l’allarme telefoni entrasse in funzione. A quel punto i super tecnici hanno esaminato i diversi componenti del sistema di allarme e si sono resi conto che sia la scheda telefonica che il commutatore funzionavano normalmente al punto che su cellulare del parroco sono comparsi gli allert degli allarmi di prova, quando il check è stato fatto bypassando il tappetino. Cosa che ha fatto propendere il collegio peritale, che da incarico ricevuto dovrebbe concludere le sue attività entro venti giorni, per un ulteriore approfondimento d’esame proprio sul tappetino che è stato sequestrato dagli inquirenti che nelle prossime ore lo invieranno ai laboratori del politecnico barese per sottoporlo a successivi e approfonditi esami al fine di cercare di capire che cosa di quel materassino non ha funzionato e non ha fatto scattare l’allarme. Stando alla regola, infatti, il tappetino ha all’interno una base che dei circuiti che con un peso devono far scattare l’allarme telefonico del parroco, cosa che ieri durante gli esami peritali non è successo. Anche lo stesso installatore, fa sapere il suo legale, si è messo a disposizione della procura e dei tecnici per fornire tutti gli elementi utili che possano portare a capire cosa non ha realmente funzionato nel circuito. Nei prossimi giorni intanto, il collegio peritale dovrà ritornare sul posto per esaminare la funzionalità dell’impianto di condizionamento, per questa fase della perizia i componenti di parte attendono la convocazione a mezzo posta elettronica certificata dal tribunale. Nei prossimi giorni quindi il collegio peritale dovrà riunirsi almeno due volte. La prima per prendere parte agli accertamenti di laboratorio sul materassino che verranno effettuati nei locali e con le tecnologie accademiche del politecnico barese e, poi, tornare sul posto per procedere alla verifica della funzionalità del condizionatore, visto che la causa accertata della morte del neonato è stata per ipotermia. Per questa verifica, con tutta probabilità si dovrà ricorrere da entrambe le parti, quella investigativa e quella delle parti indagate alla nomina di ulteriori figure professionali specializzate in questo tipo di verifiche che potrebbero essere fatte in loco anche se non si esclude il ricorso alla soluzione laboratoriste. Sul fronte delle indagini, poi, è stato acclarato che l’ultima volta che l’impianto ha funzionato è stato proprio il giorno 14 dicembre, 19 giorni prima del rinvenimento del neonato morto, giorno nel quale la mattina il tecnico, Vincenzo Nanocchio, chiamato dal parroco fece il suo intervento di manutenzione provando al termine del suo lavoro due volte con successo il sistema e, poi, nel pomeriggio dopo il blackout elettrico, quando fui lo stesso sacerdote a provare la funzionalità dell’impianto.

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