Se sarà autorizzato, con grande spirito di umanità e carità cristiana, molto probabilmente sarà Roberto Savarese, il 56enne titolare dell’omonima agenzia di onoranze funebri a occuparsi di svolgere il pietoso rito funebre del piccolo neonato che lui stesso la mattino dello scorso 2 gennaio, intorno alle 10.45, ritrovò senza vita all’interno della culletta termica per bambini abbandonati, davanti alla parrocchia di “San Giovanni Battista”, in via Arcidiacono, 53 al residenziale quartiere “Poggiofranco” di Bari. Roberto che quella mattina, nell’intento di mostrare a un suo collaboratore, durante l’omelia di un altro servizio funebre che stava effettuando, la struttura allestita per accogliere i piccoli abbandonati, fece quella triste scoperta che, nonostante la sua trentennale esperienza di lavoro lo lasciò scosso e sbigottito. Stato d’animo, che a quasi una settimana da quella mattina, non lo ha affatto abbandonato. “Ancora ripenso a quel giorno, al piccolo, alle chiamate al 118 e poi all’arrivo della polizia: mi è crollato il mondo addosso. Tutti hanno diritto a una degna e rispettosa sepoltura. Se mi danno l’autorizzazione me ne occuperò io personalmente. Alle spese del funerale, tutti possono partecipare. Io non mi sento un benefattore, ma solo una persona che è convinta che tutti i defunti devono essere seppelliti senza disparità di trattamento. Se non ci sarà nessuno che si occuperà del funerale e mi sarà consentito dalle autorità preposte, sosterrò in prima persona i costi del rito funebre, perché quella scoperta dell’altra mattina mi ha fatto crollare il mondo addosso” fa sapere Roberto ancora visibilmente provato dall’accaduto per una scena che ha ancora davanti agli occhi e che con molta probabilità non dimenticherà mai più nella sua vita e, forse, proprio per questo sta pensando di pagare di tasca propria i funerali del piccolo. “Provo una infinita tenerezza”, ha spiegato ai giornalisti, “quando penso a quel bambino, senza un nome, senza una identità ed è per queste ragioni che ho pensato che potevo dargli almeno una sepoltura dignitosa a cui provvederò a mie spese, perché quel neonato mi ha colpito e di questa situazione sono tanto dispiaciuto”. Al momento l’imprenditore funebre barese, che quella mattina dopo il ritrovamento si occupò, lui stesso di trasferire la salma dalla parrocchia all’istituto di medicina legale del policlinico del capoluogo pugliese, è in attesa che venga effettuata l’autopsia su quel corpicino senza vita e di ricevere da parte della procura della Repubblica il nullaosta per il rilascio della salma in modo da potersi, di conseguenza, occupare del disbrigo di tutte le pratiche, del funerale e della successiva sepoltura. Per questo ha fatto sapere: “voglio occuparmi di quel piccolo, dopo averlo ritrovato e trasportato all’obitorio del policlinico, ancora un’altra volta, l’ultima volta”. Una nobile e toccante storia quella di Roberto Savarese che pur nella drammaticità del momento che ha vissuto e che sta vivendo ha trovato la forza d’animo di mettersi ancora una volta a disposizione di quello sfortunato neonato che forse come unica colpa, se così si può dire, ha quella di essere nato e per questo è morto a pochi giorni dall’essere venuto al mondo in condizioni ancora misteriose ma non per questo degne di una sepoltura normale che il 56enne operatore funebre barese ha intenzione di assicurargli, ovviamente, nel rispetto delle regole e dei tempi che il caso detta. Una scelta fatta da un uomo segnato dalla vicenda che certo non lo fa per spavalderia o per voglia di mettersi in mostra ma con il solo intento di dimostrare al quel piccolo neonato senza vita che a questo mondo c’è qualcuno che il cuore ce l’ha e che lo butta al di là degli ostacoli quando si tratta di aiutare il prossimo.
Bari – Neonato morto: Roberto Savarese si offre per il funerale
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