Si attende a giorni la decisione del Consiglio dei Ministri sulla questione del caso Bari, legato all’indagine “codice interno” che a fine febbraio del 2024, portò all’arresto, con accuse a vario titolo di associazione a delinquere con l’aggravante del metodo mafioso, di 137 persone tra cui, anche, una consigliera comunale del capoluogo pugliese, Maria Carmen Lorusso eletta nelle fila del centro destra e transitata nella maggioranza di centro sinistra. Insieme a lei finì in manette il marito l’avvocato Giacomo Olivieri già consigliere regionale per due legislature e presidente, fino al 2015, della municipalizzata barese “Multiservizi”. Da quell’indagine emerse, anche, che l’Amtab, la società di proprietà comunale che gestisce la mobilità urbana su gomma e le aree di sosta, sottostava ai voleri del potentissimo clan mafioso della città della famiglia Parisi, che secondo il castello accusatorio riusciva a imporre all’azienda pubblica assunzioni temporanee di familiari e persone contigue e affiliate al sodalizio criminale. Per questa ragione l’azienda comunale fu messa si disposizione del tribunale di prevenzione in amministrazione giudiziale e fu nominato amministratore l’avvocato romano Luca d’Amore. L’inchiesta, fece emergere, poi, oltre a una serie di rapporti legati all’acquisizione di voti anche un episodio che vide coinvolte due agenti della polizia locale che avendo subito un oltraggio durante il servizio, anziché procedere, come previsto per legge, con la denuncia dell’automobilista indisciplinato si rivolsero a uomini vicini al clan per avere giustizia del torto ricevuto. In seguito a tutto ciò il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, inviò a Bari una commissione ministeriale di accesso agli atti per verificare se il comune e le sue aziende erano condizionate o infiltrate da elementi mafiosi. I tre 007 del Viminale dopo sei mesi di lavoro, a fine settembre scorso inviarono la loro relazione al prefetto di Bari, il quale a metà novembre, dopo aver convocato un comitato tecnico per la sicurezza e l’ordine pubblico e sentito il procuratore della Repubblica, trasmise al ministro tutto il fascicolo. Per quanto si apprende il Viminale dopo aver esaminato tutto il corposo carteggio ha predisposto, su indicazione di Piantedosi, una relazione da sottoporre al governo. A quanto si apprende, da fonti informali e di corridoio, dovrebbe essere scongiurata l’ipotesi commissariamento anche se alcune diramazioni della pubblica amministrazione locale potrebbero finire sotto la tutela di super commissari nominati appositamente.