Secondo fonti ufficiose, il lavoro della commissione si sarebbe concentrato, in maniera particolarmente approfondita, sulla gestione delle aziende municipalizzate e partecipate dal comune. Su alcune figure gestionali delle stesse società pubbliche e sui loro rapporti con ambienti della criminalità organizzata e mafiosa della città. Un altro particolare lavoro è stato fatto sulle gestioni di alcuni municipi e sui rapporti che il mondo della mala barese aveva con loro. Per quanto riguarda direttamente il comune di Bari, un tassello importante dell’indagine ministeriale ha riguardato il capitolo legato alla polizia locale. A pesare su questa parte della relazione i rapporti mantenuti con alcuni agenti avrebbero avuto con elementi della criminalità mafiosa barese ai quali si erano rivolti per essere vendicati di un oltraggio ricevuto in servizio da un automobilista, anziché procedere con la denuncia del conducente indisciplinato. Un elemento, questo, emerso dalle carte dell’inchiesta “Codice interno” che, all’alba, dello scorso 27 febbraio, portò agli arresti 137 persone con le accuse, a vario titolo, di associazione a delinquere con l’aggravante del metodo mafioso, tra cui un ex presidente della municipalizzata “Multiservizi”, l’avvocato Giacomo Olivieri che in precedenza aveva ricoperto, per due mandati, l’incarico di consigliere regionale con Forza Italia, prima e con l’Italia dei Valori, poi. In quella occasione finì ai domiciliari, anche, la moglie di Olivieri, Maria Carmen Lorusso consigliera comunale eletta, nel 2019, con le liste del centro destra e, poi, transitata nella maggioranza di centro sinistra a sostegno dell’allora sindaco di Bari e presidente nazionale dell’Anci, Antonio Decaro. Sindaco, che una volta terminato, a giugno scorso, il suo doppio mandato si è candidato ed è stato eletto eurodeputato al Parlamento europeo nelle file del PD, per essere, poi, nominato presidente della commissione europarlamentare ambiente, sanità pubblica e sicurezza alimentare. Decaro che, poi, fu tirato in ballo dal presidente della Regione Puglia Emiliano, per un presunto, in seguito smentito, incontro con la sorella del boss di Bari Vecchia, Capriati. Ma nella documentazione di quella inchiesta venne fuori, anche, un verbale di una dichiarazione resa da un pentito di mafia che aveva parlato di un presunto incontro, qualche anno prima, tra Decaro e un esponente di un clan mafioso della città. Elementi questi ultimi che hanno portato l’ex primo cittadino a essere ascoltato, anche, dalla Commissione nazionale antimafia, per fornire spiegazioni sulle due vicende. A finire nei guai in quell’inchiesta ci furono, anche, alcuni parenti di consiglieri municipali, noti per essere organici ai clan mafiosi cittadini. A tutto ciò si aggiunge che un altro ex consigliere di amministrazione di una società partecipata dal comune che gestisce la zona industriale del capoluogo pugliese, in quell’inchiesta, venne raggiunto da un’ordinanza di custodia cautelare. Per finire, infine, arrivò in quelle ore da parte della terza sezione del Tribunale di prevenzione di Bari la notifica del provvedimento di Amministrazione giudiziale per l’Amtab, la società di proprietà del comune di Bari che gestisce la mobilità urbana su gomma e le aree di sosta. Il provvedimento fu adottato in seguito all’esame delle intercettazioni ambientali e telefoniche operate dagli uomini della squadra mobile della Questura di Bari, dalle quali emergeva chiaramente che il clan Parisi riusciva a imporre alla municipalizzata dei trasporti l’assunzione, sia pur temporanea, di persone legate, vicine e contigue al sodalizio criminale. Al di là delle suggestioni giornalistiche e del folclore politico, alla luce degli elementi raccolti, potrebbe apparire remota la possibilità che la vicenda si concluda con un decreto ministeriale di archiviazione del procedimento. Così come potrebbe apparire eccessiva, ma non escludibile, un provvedimento generale di commissariamento dell’intera macchina politico amministrativa della città di Bari, anche, in ragione di quanto emerso che ha visto già una azienda municipalizzata finire sotto la lente della giustizia, per questa ragione sembra prendere corpo sempre più l’ipotesi di un commissariamento parziale di alcuni spezzoni della macchina amministrativa e gestionale della città.