Nelle ultime ore, l’istituzione di una Giornata della Memoria delle vittime del Massacro di Srebrenica sta creando, in Bosnia, non poche nei Balcani. Il leader della Repubblica Serba di Bosnia ed Erzegovina ha minacciato, alla vigilia del voto ONU sull’istituzione della ricorrenza, la secessione. Il Presidente del territorio serbo della Bosnia ed Erzegovina ha minacciato la secessione dal Paese balcanico alla vigilia del voto dell’ONU sull’istituzione di una giornata per la memoria del Massacro di Srebrenica del 1995. La proposta, avanzata da Germania e Ruanda, ha scatenato proteste e una forte campagna di lobby. Ad opporsi contro l’iniziativa il presidente serbo-bosniaco, Milorad Dodik, e il presidente populista della vicina Serbia, Aleksandar Vucic. I due leader sostengono che la risoluzione bollerebbe tutti i serbi come responsabili del genocidio, sebbene la bozza non menzioni esplicitamente i serbi come colpevoli. Dodik ha minacciato, anche, più volte la secessione dei territori controllati dai serbi dalla Bosnia e di unirli alla vicina Serbia.