Riceviamo, e volentieri pubblichiamo, l’articolo ricevuto da Clementina Grippi, che di seguito pubblichiamo:
L’Associazione Culturale Teatro Trastevere ha presentato in appuntamenti esclusivi il 18 e il 19 febbraio, lo spettacolo “Sonno, paure e deliri notturni”di Nicola Bizzarri. Questa performance, ispirata a una personale esperienza di paralisi del sonno, invita il pubblico a intraprendere un viaggio sorprendente nel labirinto del subconscio.
Ogni notte, quando chiudiamo gli occhi, ci immergiamo in un mondo dove sogni, desideri e paure si mescolano. Ma cosa accade quando il confine tra il dormire e il restare svegli si confonde? Nicola Bizzarri ci guida in un percorso surreale, in cui si confronta con personaggi tanto bizzarri quanto affascinanti: sonnambuli che cucinano, amanti che vivono passioni inaspettate, individui che si trasformano in narratori notturni, fino ad arrivare agli scienziati impegnati a svelare i segreti del sonno. Tra toni ironici e riflessioni quasi documentaristiche, lo spettacolo svela i misteri di una dimensione tanto intima quanto enigmatica.
La messa in scena, firmata da Loredana Mazzoleni per scenografia, costume e luci, si distingue per l’uso sapiente di pochi elementi scenici – un materasso, un comodino e una lampada – che creano un’atmosfera raccolta e intimista. L’integrazione di un potente supporto audiovisivo e delle diapositive di Marta Dami trasforma lo schermo in una finestra sull’introspezione del protagonista e, al contempo, in un varco verso un universo fatto di studi e personaggi singolari. La voce off, curata da Nadia Corti, contribuisce a conferire al racconto un ritmo unico e coinvolgente.
Come sottolinea la critica, Sonno, paure e deliri notturni si configura come “una disanima ironica sul sonno e i suoi disturbi”, capace di sorprendere lo spettatore con una fusione originale di linguaggi. La regia abile nel spaziare dal registro scientifico-divulgativo al comico e metateatrale, permette di creare momenti di autentica interazione con il pubblico, accostando gag e passaggi narrativi che sollevano domande sul malessere di una società sempre più frenetica. In un finale che ricorda come “si dorme male perché si vive male”, lo spettacolo si fa portavoce di una riflessione profonda sulla condizione contemporanea.
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Clementina Grippi