Dalla caduta di Damasco nascerà un nuovo regime talebano così come è accaduto in Afghanistan? E di chi ci dobbiamo fidare ? Gli interrogativi si concentrano sulla figura di Jolani , il capo della milizia Hayat Tahrir al-Sham che ha deposto Assad. E’ indubbiamente uno jadista , anche se dice di aver preso le distanze e ha combattuto l’ Isis. In una serie di interviste ha affermato che rispetterà le libertà individuali e i diritti delle donne , lasciandole libere sulla scelta di portare il velo. La domanda che gli osservatori si fanno: “ È solo tattica per consolidare la sua vittoria e poi gettare la maschera ? Alcuni ritengono che Assad al pari di Gheddafi sarà rimpianto. Ma riteniamo sia la propaganda dei protettori del regime siriano: Russia ed Iran. Mosca ha subito un’umiliazione molto forte; Putin ha dovuto ritirare i suoi militari e le sue navi dall’ unica base che aveva nel Mediterraneo. L’ altro grande sconfitto è l’Iran , sponsor e protettore di Assad. Teheran perde la strada attraverso cui forniva armi agli Hezbollah per fronteggiare Israele. Alla fine Putin e Khamenei pagano il prezzo dei loro errori, aver scatenato i conflitti in Ucraina e contro Israele. Quest’ultimo ha decapitato Hezbollah e ha inflitto una grave umiliazione all’Iran. Gli Stati Uniti da parte loro non sono stati a guardare, con i loro 900 soldati presenti in Siria hanno dato appoggio ai Curdi e bombardato l’Isis. La Siria è figlia di quel potere arabo dispotico e autoritario, spesso violento che ha devastato il territorio e umiliato i suoi popoli. Il regime di Assad è stato il governo più longevo della regione araba, basato sul dispotismo e sostenuto da potenze straniere, erede di una famiglia che ha messo in ginocchio la propria gente , riducendola alla fame e alla povertà. Come tutti governi autocratici arabi , quello siriano, ha incluso la mancanza di un pluralismo genuino e di istituzioni partecipative credibili; un potere dispotico tutto improntato alla repressione poliziesca, agli arresti facili, alla tortura e alla morte. La caduta del regime siriano chiude il capitolo delle Primavere arabe e il sogno americano di innestarvi la democrazia. Gli Stati Uniti e l’Occidente devono recitare il mea culpa perché la democrazia si può aiutare laddove già esiste , non là si può costruire ex abrupto. Al Jolani ha bisogno di alleati. Ha già un protettore che è Erdogan che anche lui al pari di Putin sogna di rifondare il vecchio impero ottomano. L’Occidente dal canto suo, tramontato il sogno di esportare la democrazia, dovrà giudicare in modo pragmatico l’ operato di Jolani ed evitare una nuova ondata di profughi verso l’ Europa. Ciò che più conta è che i nuovi padroni della Siria , non esportino jiad e terrorismo. Se Jolani alle parole farà seguire i fatti , allora vale la pena dargli l’aiuto.
Caduto Assad di chi ci fidiamo?
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