Calabria. Costa Jonica isolata dal mondo. Nasce il Movimento ‘Ultima Spiagga’

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Alla vigilia del 2025 alcune aree dell’Italia continuano ad essere isolate dal resto del mondo. Collegamenti stradali quasi inesistenti, rete ferroviaria ferma agli anni e mobilità, per quel poco che esiste, del tutto fatiscente. Muoversi quotidianamente diventa un incubo che si protrae da decenni. Il tutto quasi nella totale indifferenza delle autorità competenti. Non stiamo in un’area sperduta del nostro bellissimo mondo ma siamo lungo la dorsale jonica della Calabria. Sí in Italia, in una splendida regione del sud che a causa di queste ed altre problematiche rischia di scomparire economicamente e socialmente. I cittadini sono allo stremo e sono stufi di continuare a vivere in queste condizioni. Il rischio è un sacco demografico ed economico che inciderebbe sul futuro delle prossime generazioni. Per questo motivo é nato nella Costa Jonica calabrese dei Gelsomini il Movimento civico “Ultima Spiaggia”, per contrastare l’eccezionale isolamento logistico – territoriale e pretendere misure attive e particolari di reazione alla pesante recessione e di impegno per uno sviluppo sostenibile.
Il movimento si propone di promuovere una iniziativa di carattere “anticiclico”, per non arrendersi e contrastare attivamente la drammatica situazione di isolamento territoriale, causa di pesanti conseguenze di carattere socioeconomico, fortemente incidenti sui fondamentali di sussistenza e di sviluppo.

Primo scopo è certamente quello di protestare contro la grave condizione di irraggiungibilità logistica, di difficile accessibilità ai sistemi e reti di trasporto e, in particolare, alla rete e ai servizi ferroviari, con modalità gravemente inique e discriminatorie, dovute:

– alla mancata disponibilità di mezzi di trasporto ferroviario di lunga percorrenza;

– alla bassa possibilità di utilizzazione della rete ferroviaria ionica, oggi frequentata da scadenti sistemi di trasporto solo locale; 

– alla tacita situazione di abbandono di tale tratta da parte dell’operatore, unica esclusa in Italia da reali intenzioni di ammodernamento ed elettrificazione; 

– all’inesistenza di valide alternative, a causa delle notorie pessime condizioni di consistenza e manutenzione della statale jonica ed alla sua notoria impraticabilità;

– sostanziale assenza di valide e ragionevoli alternative.

Tutto questo si riassume nella vergognosa schiavitù di dover attraversare, con prevalente ricorso a mezzi propri di trasporto stradale e con rilevante aggravio di oneri personali, l’esistentesuperstrada di attraversamento jonio-tirreno, al fine di poter raggiungere le stazioni ferroviarie di Rosarno o Lamezia Terme, sul lato tirrenico, per accedere vessatoriamente ai servizi di trasporto ferroviario di alta velocità o intercity, necessari per i collegamenti con le grandi città e con la capitale.

È noto, altresì, che, ormai da molti anni, dai tempi della gestione Moretti delle Ferrovie dello Stato, ragionando allora l’Ente conuna miope ed inaccettabile logica di sola spending review, il sistema nazionale prese la dissennata decisione di eliminarecompletamente i treni a lunga e media percorrenza, concentrando tali collegamenti soltanto sulla direttrice tirrenica.

Nell’apatia della locale collettività e della classe dirigente di allora, le uniche forze positive e voci di “resistenza” furono espresse da poche personalità ben pensanti, volenterose e coraggiose e, in particolare, singolarmente da uomini di Chiesa,quali per esempio il Vescovo pro tempore  della Diocesi di Gerace-Locri, Monsignor Giancarlo Bregantini. 

Rispetto a quegli anni già complessivamente difficili, la situazione odierna registra una nuova fase di drammatico peggioramento di tutti i fattori di carattere socioeconomico, nonché di tutti gli indicatori e parametri di produttività e redditività del territorio.

L’impatto più profondo dipende dalla dichiarata e sopravvenuta necessità, peraltro non motivata in modo adeguatamente trasparente, di dover sottoporre a straordinaria manutenzione legallerie sui Monti della Limina, sebbene di non antica realizzazione, con conseguente compromissione anche delle possibilità di adeguata utilizzazione della predetta tratta stradale per raggiungere in auto le citate stazioni ferroviarie tirreniche.

A tale proposito, non si vuole disconoscere la sensibilità e il merito dell’attuale Presidente della Regione Calabria, on. Roberto Occhiuto, e dell’assessore regionale on. Giovanni Calabrese, di avere prestato ascolto e comprensione delle alte e più che legittime proteste del territorio, intervenendo sull’ANAS per evitare la completa chiusura delle suddette gallerie, che avrebbe determinato un isolamento logistico territoriale in modalità assoluta, e per i diversi anni necessari alla realizzazione dei lavori di straordinaria manutenzione, che invero languono.

Rimane, tuttavia, il fatto che l’assenza di treni sulla jonica, le condizioni fatiscenti e pericolose della strada statale jonica, il blocco per metà giornata delle suddette gallerie e l’imbuto di traffico provocato dalle ore di loro apertura in modalità a senso alternato, costituiscono un ostacolo reale, percepito, comunque, come enorme ed inaccettabile.

Un impatto di sostanziale isolamento su una realtà già notoriamente in grave ritardo di sviluppo, non solo rispetto alle opportunità di reazione e recupero da parte del sistema economico territoriale, che tutte le autorità e gli osservatori statistici di rilevanza europea e nazionale definiscono come “il fanalino di coda dell’economia dell’intera Unione Europea”; ma a questo punto persino rispetto ai rischi e dati evidenti di un ulteriore inevitabile peggioramento delle condizioni socioeconomiche, dei livelli di disoccupazione, dell’incidenza dell’emigrazione.

Rischi che in questo lembo di terra, a differenza di altre aree della Calabria, per posizione geografica molto più facilmente raggiungibili e servite in modo ravvicinato dai sistemi di trasporto, quest’anno sono già divenuti più che una certezza, andando persino ad alterare il virtuoso sistema economico di cooperazione locale che in questi anni si era sviluppato attraverso una fluida e proficua interazione tra la popolazione costiera e quella della piana di Gioia Tauro.

Rispetto a tale fascia costiera, infatti, se si fa il bilancio di una stagione estiva ridotta a sole tre settimane di agosto, si rileva, in generale, un drammatico calo di presenze di turisti veri, se si esclude la tanto apprezzata affezione delle generazioni di calabresi “di ritorno”, che grazie a Dio, ma inspiegabilmente, rimangono per loro benevolenza ancora sentimentalmente legati alle radici e memorie della terra di origine.

Ma, soprattutto, il danno appare vistoso se si considera che tale condizione mortifica completamente le occasioni di consolidamento  e sviluppo della peculiare struttura e dignità della popolazione locale interessata, tradizionalmente vivaio di menti forti e di grandi professionalità, di personalità e di ordini professionali e tecnici apprezzati ovunque, di una folta comunità di emigrazione di cervelli, che notoriamente fertilizza e si distingue nelle più prestigiose realtà lavorative, ospedaliere, istituzionali, giudiziarie, politiche italiane, e universitarie, europee ed internazionali. 

Una “diplomazia naturale”, quella degli emigrati, e un insieme di categorie e fasce di utenti che (in disparte le cennate forti ragioni di recupero di ritardo di sviluppo), hanno diritto di per sé, e per le rispettive attività ed esigenze lavorative e professionali, ad una mobilità diretta, almeno di livello minimo ed essenziale. Perciò di poter accedere a condizioni non solo di non discriminazione – ma, esattamente al contrario, di agevolazione, rispetto all’attualepenalizzazione economica – in primis ai servizi ferroviari in questione, al fine di potere raggiungere la città di Roma in tempi consoni, per poi, da questa, connettersi ai più importanti sistemi di trasporto nazionali ed internazionali.

Va sottolineato che tale grave problematica colpisce soprattutto ed abbastanza esclusivamente la porzione geografica del territorio calabrese corrispondente, di massima, alla fascia costiera cosiddetta dei Gelsomini, che va da Capo Spartivento a Soverato, avendo le aree esterne l’opportunità di raggiungere prioritariamente e più brevemente Reggio Calabria, lato sud, e Catanzaro e Lamezia Terme, dal lato opposto.

La prima azione del Movimento si concentra, pertanto, esclusivamente su tale contesto territoriale che, peraltro, comprende un eccezionale giacimento di realtà, tradizioni ed avvenimenti a forte connotazione archeologica, storica, culturale, religiosa, naturalistica, paesaggistica ed enogastronomica, che merita di non disperdersi ed essere sottaciuto, quanto, al contrario, di essere vantato.

Terra, come noto, non solo recente di delinquenti e malfattori, ma nella storia dei tempi soprattutto di pensiero avanzato, di pratiche elevate, di misteri eleusini, di antichi legislatori, sofisti, gnostici, campioni di monachesimo italogreco e grandi santi, di valori e fermenti particolari, di cui forse non ci si rende ancora pienamente conto.

Per menzionarne solo alcuni, si passa dalle colonie greche alle aree grecaniche, al santuario di Polsi, alla sinagoga di Bova Marina; dalla Magna Grecia allo splendore di Gerace; dagli insediamenti romani a quelli bizantini; dall’eremo di San Nicodemo alla Limina alla Chiesa di San Rocco di Gioiosa, all’anfiteatro greco-romano di Marina di Gioiosa Jonica; dalla sacra Valle dello Stilaro alla “Città del Sole”, alla Cattolica di Stilo, ai Monasteri di San Giovanni Therestis il vecchio di Bivongie il nuovo di Stilo, a quello di Sant’Ilarione a Caulonia; dagli insediamenti del monachesimo italo-greco ai castelli e resti normanni; dalla nobile e sofisticata comunità Vivariumsquillacense alla Grangia di Montauro, agli edifici e all’opera ecclesiastica dei Sirleto di Guardavalle, con il Cardinale Guglielmo di certo figura espressiva più eminente del contesto storico-ecclesiastico nei tempi della controriforma.  

Un’area che vive oggi uno degli avvenimenti più importanti della storia degli ultimi secoli del Sud Italia, grazie alla rifondazione deiMonasteri di San Giovanni Therestis ed al ripristino del culto dei grandi santi italogreci del periodo prescismatico, dovuta al sacrifico del Santo Monaco Kosmas, proveniente dal Monte Athos, passato alla gloria di Dio, e al ritorno dei monaci ortodossi, benevolmente accolti dai Vescovi locali. Similmente dicasi per il lungo ed intenso operato di preghiera e taumaturgico di Fratel Cosimo, presso la Madonna dello Scoglio in Placanica. Luoghi, tutti, mete continue di pellegrinaggio religioso e di domanda di servizi adeguati.

Risalta, di fatto, in termini estremamente positivi e per certi versi di avanguardia cristiana, l’essenza di una vera e propria rivoluzione religiosa e culturale, determinante un peculiare ed inedito percorso geografico e cammino ecumenico, destinato adunire spiritualmente il “polmone cristiano d’oriente con quello d’occidente”, attraverso il filo rosso della Provvidenza che marca una singolare geometria di risorse eccezionali e molto amate, partendo dal santuario della Madonna dello Scoglio di Placanica ai Monasteri di San Giovanni Therestis (vecchio e nuovo) di Bivongi e Stilo, al santuario di Montestella, alla Certosa di Serra San Bruno, sino giù al Convento Domenicano di Soriano e, idealmente, il Sacro Convento di San Francesco di Paola e il Santuario della nostra Serva di Dio, Natuzza Evolo.  

A Stilo, in particolare, si vive una esperienza unica, stante il delicato contesto storico di guerra, in cui fedeli e pellegrini cattolici, ortodossi ucraini, russi, greci, e dell’Est si incontrano, pregano e riflettono insieme, grazie alla benigna spiritualità e umile disposizione dei monaci ortodossi e dei vescovi cattolici locali. Un luogo unico della storia moderna in cui si pratica un eccezionale laboratorio di cristiana fratellanza e carità, in grado di far rivivere in formato moderno, la memoria e identità delle radici calabresi dell’Umanesimo occidentale, meta attrattiva di un consistente turismo religioso e di pellegrini e visitatori.

E cosa dire delle straordinarie tradizioni agricole ed  eno-gastronomiche – del microclima unico per la coltivazione del bergamotto, dei vitigni di greco e di zibibbo, dell’olivo e degli agrumi, del peperoncino e della melanzana, della produzione casearia e di salumi caratteristici, della conservazione e valorizzazione dello stoccafisso. Così come di altre succulente specialità di prodotti di mare, di carne e di terra, quali le alici, il pesce azzurro, il pesce spada, la nduja e la nannata – estremamente  espressive di una marcata identità geografica tipica e di una peculiare identità culturale. 

Una congerie, dunque, impressionante di fattori e presupposti culturali, religiosi e paesaggistici, che non è più il caso di dimostrare oltre rispetto alla loro capacità unica di attrazione geografica, culturale e turistica, eccezionalmente tipica. 

Risorse rilevanti, denotanti fabbisogni crescenti di accessibilità geografica e di servizi di mobilità, e che fanno apparire come un omicidio culturale ed economico la mancata copertura con un servizio di carattere ferroviario di lunga percorrenza, idoneo ad assicurare un comodo raggiungimento di tale area, in tempi consoni ai moderni stili turistici e tempistiche accettabili di mobilità e percorrenza.

Ma non può non tacersi un ulteriore problema particolare, per certi versi più grave, connesso alle esigenze di mobilità delle persone deboli, svantaggiate o di malati necessitanti di cure adeguate, e degli ostacoli in assoluto inammissibili che i predetti sono costretti a viveri in tempi di pseudo-modernità, costretti in una sorta di gabbia di isolamento.

Si intende, cioè, denunciare gli insormontabili bisogni e spese cui vanno incontro tali categorie, dovendo prevedersi il ricorso a mezzi e spese di trasporto auto di carattere speciale per raggiungere dalla costa jonica la stazione di Rosarno (dove peraltro non funziona l’ascensore per l’accesso alle banchine dei binari) e, dunque, Lamezia Terme.

Anche il sistema locale delle piccole e medie imprese, in specie agricole ed agrituristiche, non appare più disposto, anzi non è più in grado, di sostenere gli oneri per il trasporto e la spedizione delle merci, per raggiungere i mercati delle grandi città.

L’area è anche interessata da appuntamenti stabili di spettacolo, di cultura e di intrattenimento, quali ad esempio il Festival Jazz di Roccella Jonica e rappresentazioni teatrali di livello, con utilizzazione di siti archeologici, nonché di palii, feste padronali e comunali, divenute nel tempo occasioni di grande attrazione turistica.

Ovviamente, il Movimento nasce, anche e soprattutto, per esprimere contenuti mirati e concreti di proposta, volendo fare in tal senso appello a tutti i rappresentanti delle principali presenze religiose, degli enti locali, delle forze politiche, sindacali, professionali, culturali, del mondo delle imprese, e studentesche.

L’obiettivo immediato e principale che si dichiara è quello di perseguire il ripristino in tempi brevi di servizi di collegamento ferroviario intercity con la capitale, con una modalità idonea ad abbattere i tempi di percorrenza entro tempistiche compatibili con le moderne esigenze del turismo, dell’economia, delle professioni e degli studi universitari. 

Perciò la proposta tende a:

– pretendere la creazione di un treno intercity (IONIO EXPRESS o GELSOMINI / JASMINE EXPRESS) con servizi dedicati alla copertura della sola costa dei gelsomini, senza ulteriori fermate nella tratta Soverato-Roma, con sole 5 fermate sulla parte Jonica, nelle stazioni di paesi geograficamente idonei a meglio recepire i fabbisogni ed i flussi di passeggeri interessati delle vallate e delle aree interne più prossime e popolate. Tale soluzione consentirebbe di garantire un collegamento all’interno di 4 ore e mezza, sostanzialmente più comodo, concorrenziale e conveniente del mezzo aereo

– la messa a disposizione di locomotori a doppia alimentazione, gasolio ed elettrico, per poter operare lungo tutta la tratta, senza dover effettuare una manovra dispersiva di cambio locomotore a Lamezia Terme 

– una configurazione del treno (del tipo il treno dei sapori) in grado anche di rispondere ad una visione di servizio volta ad assecondare la fruizione di aree caratterizzate da una particolare identità geografica e culturale;

– promuovere utili investimenti per la modernizzazione e la valorizzazione di tale tratta Jonica, pretendendo un intervento di elettrificazione in tempi accettabili

– consentire lo sviluppo di servizi anche privati di collegamento e mobilità ferroviaria, eventualmente per la copertura dei picchi di fabbisogno stagionali

– perseguire il riconoscimento di forme di sussidio economico o di incentivazione, per contrastare la condizione di grande distanza ed isolamento territoriale (zone isolate non elettrificate), a similitudine di quanto avviene per i fabbisogni di raggiungimento delle isole

– ricercare, anche a mezzi di interlocuzioni e sostegni politici ed istituzionali, indispensabili contatti con i vertici di Trenitalia, RFI, Ministero dei Trasporti e della Regione Calabria, al fine di ottenere i suddetti servizi e pervenire alla stesura di un necessario addendum al contratto di servizio Ministero dei Trasporti-Trenitalia

– pretendere la creazione di un anello di percorrenza ferroviaria (metropolitana di superficie) per la mobilità locale e regionale, nella tratta Reggio Calabria – Catanzaro (via jonica) – Lamezia Terme – Reggio Calabria (via tirrenica), anche in prospettiva di copertura delle città e delle principali località turistiche

– ripristinare un treno intercity Reggio Calabria – Bari via Jonica

– presentare un apposito reclamo alla competente Autorità di Regolazione dei Trasporti (ART), per richiamare l’intervento dell’Autorità di vigilanza e sollevare, nelle modalità previste e nei confronti degli Enti responsabili, tale problematica di isolamento territoriale, determinante gravissime vessazioni, discriminazioni e penalizzazioni fisiche ed economiche nell’accesso alle rete ed ai servizi di trasporto ferroviario, per lenecessità della mobilità delle persone e dei viaggiatori, di particolari categorie, dei prodotti e delle merci di tale fascia territoriale

– nell’ottica contenziosa che precede, protestare e contrastare il metodo delle aste informatiche dei servizi di biglietteria digitale degli operatori ferroviari, che hanno portato i biglietti a costi inauditi e inaccettabili, non praticati neanche ai viaggiatori e nei percorsi verso le aree più ricche del Paese, pretendendo al contrario trattamenti agevolati e tariffe incentivanti, contenute e coerenti con la situazione e con le condizioni di ritardo di sviluppo

– eventualmente stimolare Trenitalia ad attuare e sperimentare in questa tratta un progetto di ricerca e sviluppo del locomotore del futuro, ad idrogeno, particolarmente adatto per linee prive di elettrificazione, e che potrebbe giovarsi della favorevole presenza sul territorio dell’insediamento industriale Hitachi (ex Ansaldo – Breda) di produzione di treni e metropolitane, realtà considerata di eccellenza a livello mondiale nella produzione di soluzioni e prodotti per sistemi di trasporto avanzati.

Volutamente la denominazione del Movimento reca la singolare dicitura di “Ultima Spiaggia”, ritenendo di interpretare insieme al senso definitivo di massima frustrazione determinato da decenni di abbandono di politiche attive a favore del peculiare territorio, giunto al  punto di “poter perdere persino il fanalino di coda”, soprattutto l’estrema volontà di promuovere un sussulto di dignità ed orgoglio delle tantissime persone e categorie interessate, per far valere, anzi pretendere con forza e coraggio il riconoscimento di fondamentali diritti di giustizia ed equità personale, sociale ed economica.

Una rivendicazione di diritti e obiettivi, questi, sentiti come necessari ed inevitabili per tentare di bloccare l’inarrestabile emorragia di persone, studenti e professionisti che sta spopolando e depauperando il territorio, portando a frutto i talenti a beneficio di realtà distanti.  

Ciò detto, al momento, la situazione la sentiamo talmente grave, asimmetrica e discriminata, ed ingiusta, al punto che ci sembra lontana anni luce la possibilità di solo immaginare concetti, per noi vuoti, nonostante molto usi nel linguaggio e dibattito corrente, di autonomia differenziata e garanzia di qualità e livelli di prestazioni e servizi, minimi essenziali. Quando mai…. !

Stiamo, così, appena iniziando la battaglia e creeremo occasioni di maggiore confronto. Il movimento è spontaneo e dal basso, tipicamente civico e sociale, non ha finalità economiche o speculative, è ispirato dal solo interesse ad ottenere il servizio, aperto a chiunque voglia abbracciarlo, partecipare e rappresentarlo, invitando perciò tutti ad abbandonare il diffuso spirito di pigrizia e assuefazione, per documentarsi e contribuire alla causa, mobilitare il maggior numero di coscienze, persistere nell’impegno e muovere il passa-parola, scrivere un messaggio 

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