La presidente della Commissione parlamentare Antimafia, Chiara Colosimo, ha annunciato i nomi dei candidati che sono in violazione del Codice di autoregolamentazione e che evidenziano criticità legate ai procedimenti giudiziari. Sebbene la designazione di “impresentabili” non comporti l’esclusione dalle liste, rappresenta un avvertimento etico significativo per gli elettori e anche per i partiti.
Candidati non a norma: perché sono “impresentabili”
Chiara Colosimo, presidente della Commissione Antimafia, ha espresso soddisfazione per la tempistica delle verifiche, sottolineando l’importanza di fornire informazioni corrette e tempestive agli elettori. Ha evidenziato la necessità di un controllo preventivo prima della presentazione delle liste e ha annunciato che la Commissione sta lavorando per modificare il Codice di autoregolamentazione per migliorare ulteriormente il processo.
I candidati segnalati infatti non rispettano il Codice, ovvero un insieme di impegni etici senza valore vincolante per i partiti. Questo codice è stato stilato dalla Commissione Antimafia per garantire la trasparenza e l’integrità delle candidature, non solo alle elezioni europee. Le violazioni sono principalmente legate a procedimenti giudiziari in corso o conclusi con condanne.
Sebbene le candidature segnalate non siano escluse automaticamente dalle liste, la loro inclusione nell’elenco rappresenta una sorta di allarme etico per gli elettori.
La Commissione Antimafia, su 817 candidati, ha riscontrato solo 7 profili non ‘a norma’. Ma chi sono gli “impresentabili”? Ecco la lista con le motivazioni.
Angelo Antonio D’Agostino (candidato per Forza Italia – Noi Moderati – PPE) imprenditore edile e presidente dell’Avellino, è a processo a Roma per corruzione per atto contrario ai doveri d’ufficio. La prossima udienza è stata fissata per il 26 giugno. La sua candidatura viola quindi l’articolo 1, comma 1, lettera b) del Codice;
Marco Falcone (candidato per Forza Italia – Noi Moderati – PPE) avvocato, è rinviato a giudizio per induzione indebita a dare o promettere utilità, con un processo in corso al Tribunale di Palermo. È anche a processo a Catania per tentata concussione. La sua candidatura viola l’articolo 1, comma 1, lettera b) del Codice;
Alberico Gambino (candidato per Fratelli d’Italia) ex sindaco di Pagani (Salerno), è stato dichiarato decaduto dalla carica di sindaco di Pagani nel 2019, dopo lo scioglimento del consiglio comunale nel 2011. La sua candidatura infatti viola l’articolo 1, comma 2, lettera c) del Codice;
Filomena Greco (candidata per Stati Uniti di Europa) imprenditrice ed ex sindaca di Cariati (Cosenza), è a processo per turbativa d’asta. La prossima udienza è stata fissata per il 21 giugno. La sua candidatura viola l’articolo 1, comma 1, lettera b) del Codice;
Luigi Grillo (candidato per Forza Italia – Noi Moderati – PPE), senatore azzurro e sottosegretario a palazzo Chigi nel primo governo Berlusconi, ha patteggiato una pena di due anni e otto mesi per associazione per delinquere, turbativa d’asta e corruzione. La sua candidatura viola l’articolo 1, comma 1, lettera b) del Codice;
Antonio Mazzeo (candidato per Partito Democratico) presidente del Consiglio regionale della Toscana, è a processo per bancarotta fraudolenta per il fallimento del quotidiano L’Unità. La prossima udienza è stata fissata per il 4 luglio. La sua candidatura quindi viola l’articolo 1, comma 1, lettera o) del Codice;
Giuseppe Milazzo (candidato per Fratelli d’Italia) europarlamentare uscente del partito di Giorgia Meloni, è a processo per tentata concussione e la prossima udienza è stata fissata per il 26 settembre. La sua candidatura viola infine l’articolo 1, comma 1, lettera b) del Codice.