Cantieri irregolari accanto all’ispettorato del lavoro

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Lavoravano a pochi metri dagli uffici periferici dell’ispettorato del lavoro sul lungomare a Bari e non erano in regola per questo sono state raggiunte da un provvedimento di sospensione delle attività con conseguente segnalazione alla procura della repubblica del capoluogo pugliese. Si tratta di tre aziende che operano nel settore dell’edilizia con sede legale nell’area metropolitana barese. Le tre aziende che hanno ricevuto l’incarico di operare dallo stesso amministratore di condominio, stavano lavorando alla ristrutturazione di un palazzo proprio accanto agli uffici dell’ispettorato del lavoro, come è emerso dal controllo degli ispettori, avevano alcuni dipendenti non regolarmente assunti oltre a non rispettare le norme sulla sicurezza dei lavoratori all’interno del cantiere. A insospettire gli 007 del ministero del lavoro il fatto che alcune maestranze lavoravano senza caschi, scarpe antinfortunistiche e senza casco e tutto proprio davanti alle finestre degli uffici degli ispettori che hanno avviato la verifica. All’arrivo degli ispettori sono stati trovati a operare sui ponteggi complessivamente undici operai di tre aziende diverse. A due delle tre imprese, che complessivamente impiegavano sette unità lavorative, è stata sospesa l’attività perché per eseguire i lavori commissionati utilizzavano impianti quadri elettrici non conformi con rischio di elettro conduzione, ponteggi non conformi a rischio caduta per i lavoratori, solai sprovvisti di protezione nelle aperture e carenze in materia di sicurezza riferite a impianti e quadri elettrici non conformi alle norme. Alla terza impresa, invece che stava facendo lavorare due operai, uno dei quali in nero, ovvero senza regolare contratto di lavoro, il provvedimento di sospensione è stato comminato oltre che per l’aver utilizzato manodopera non assunta anche l’elusione di importanti prescrizioni in materia di sicurezza, come l’uso di impianti e quadri elettrici non conformi con rischio di elettro conduzione, la mancata sorveglianza sanitaria, la mancata messa a disposizione di d.p.i., le dotazioni di protezione individuali come caschi, scarpe antinfortunistiche e guanti e, soprattutto, la mancata formazione per i lavoratori così come previsto dalla legge. Le tre imprese adesso, per riprendere le loro attività in quel cantiere, dovranno provvedere a sanare tutte le anomalie riscontrate e, poi, dovranno rispondere in sede penale delle omissioni accertate.

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