Carla Bruni convocata dai magistrati francesi: rischia il processo per l’inchiesta sui fondi libici in cui è coinvolto il marito, Nicolas Sarkozy

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Carla Bruni, modella italiana ed ex premiere dame Carla Bruni è stata convocata dai magistrati francesi  e rischia il rinvio a giudizio nell’inchiesta che vede alla sbarra il marito Nicolas Sarkozy con l’accusa di aver finanziato la propria campagna elettorale del 2007 con i fondi libici.

Falsificazione di testimonianze, associazione a delinquere finalizzata alla preparazione di un processo fraudolento e corruzione del personale giudiziario. Sono i possibili reati di cui potrebbe essere accusata Carla Bruni, 56 anni, attrice, cantante e moglie dell’ex presidente della Repubblica francese Nicolas Sarkozy, convocata per un interrogatorio (in data non precisata) in relazione all’indagine sulla ritrattazione nel 2020 dell’intermediario Ziad Takieddine, che aveva accusato Sarkozy di aver ricevuto fondi libici per finanziare la sua campagna elettorale per le presidenziali del 2007, nelle quali vinse battendo la candidata socialista Ségolène Roy

Dall’interrogatorio per il quale è stata convocata in una data non precisata, l’ex first lady francese potrebbe uscire incriminata o nella migliore delle ipotesi come testimone assistito. L’indagine giudiziaria aperta nel maggio 2021 riguarda il presunto tentativo di ingannare la giustizia francese per il quale l’ex presidente è stato incriminato a ottobre.

Carla Bruni è già stata interrogata due volte dagli investigatori dell’Ufficio centrale per la lotta contro la corruzione e i reati finanziari e fiscali, prima come testimone nel giugno 2023, poi come sospettata lo scorso 2 maggio. In quel caso, era stata interrogata per 3 ore dagli inquirenti, ai quali aveva cercato di spiegare quali fossero i suoi rapporti con un personaggio chiave della vicenda, Michèle Marchand, detta “Mimi”, figura di spicco del giornalismo “people” in Francia, sospettata di aver orchestrato la retromarcia del testimone, l’intermediario e uomo d’affari Ziad Takieddine.

Nel 2020, Takieddine, ritenuto da Sarkozy il suo principale accusatore, all’improvviso scagionò – temporaneamente – l’ex presidente, contraddicendo le sue stesse precedenti accuse.

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