Con una recente sentenza la Corte di Cassazione ha stabilito che nella carta d’identità dei minori dovrà comparire la dicitura neutra “genitore”, ritenendo discriminatorie le etichette “madre” e “padre”. La decisione abroga il decreto ministeriale del 2019 ed arriva dopo la recente proposta di dare il cognome dalla madre ai figli.
La Corte di Cassazione, con la sentenza 9216/2025, ha respinto il ricorso del Ministero dell’Interno contro la decisione del Tribunale di Roma del 2019, che autorizzava l’utilizzo della dicitura unica “genitore” sulla carta d’identità elettronica di un minore figlio di due madri, una biologica e una adottiva, legate dalla stepchild adoption. La sentenza sottolinea che l’utilizzo dei termini “madre” e “padre” avrebbe rappresentato un trattamento discriminatorio nei confronti delle famiglie omogenitoriali.
Il decreto del 2019, emesso dal Ministero dell’Interno sotto la guida di Matteo Salvini, consentiva di indicare in modo appropriato solo una delle due madri, imponendo all’altra una classificazione come “padre”, definita dalla Corte “non consona al suo genere”. La Suprema Corte ha considerato questa impostazione lesiva dei diritti del minore, impedendogli di ottenere una carta d’identità valida per l’espatrio.
La proposta di Dario Franceschini, senatore del Partito Democratico ed ex ministro, di attribuire ai figli il solo cognome materno ha suscitato l’interesse di Vittorio Feltri che ha bocciato la proposta definendola una “cretinata“.
Il giornalista ha spiegato: “C’è un politico italiano che tutti conoscono, si chiama Franceschini, naturalmente di sinistra il quale ha avuto un’idea geniale negli ultimi giorni. Sapete cosa ha proposto? Ha proposto di approvare una legge in cui si afferma che un bambino, quando nasce, non debba prendere il nome del padre bensì quello della madre“.
Feltri ha riflettuto anche sull’impatto di ciò per le madri, dichiarando come “le donne, quando hanno un bambino, si dedicano al bambino anime e cuore perchè è il loro bambino, loro figlio“. Quindi, ribattendo come – anche in questo caso – l’aspetto del cognome non è rilevante. Ha concluso il suo commento, affermando: “Siamo veramente nel ridicolo. Eppure c’è chi gli dà retta, qualcuno che appoggia questa proposta. Ma fate come volete, ma basta con le stupidaggini per favore“