Si è conclusa nell’Aula della Camera la discussione generale sulla mozione di sfiducia contro la ministra del Turismo, Daniela Santanché. Ancora da decidere il giorno del voto. Quella vissuta oggi è stata una giornata ‘interlocutoria’ perché si è assistito solo alla discussione generale della mozione di sfiducia. Ma sui tempi dell’esame e del voto ci sono poche certezze. La mozione è inserita nel calendario della Camera della settimana (da martedì a venerdì), ma giovedì è prevista la convocazione del Parlamento in seduta comune e l’aula, tra i vari punti, deve licenziare il decreto Pnnr in scadenza. I tempi sono stretti e non si esclude un rinvio alla prossima settimana. Sul punto deciderà la capigruppo, come spiega il ministro Luca Cirani, presente in Aula. “Il governo, in questa vicenda c’entra relativamente, calendarizzare una mozione è una dinamica tutta parlamentare. Una mozione del genere si fa in tre ore. Io non ho problemi, eravamo pronti a farla anche domani” la votazione. “Se non si troverà spazio in settimana si può fare pure la prossima”, aggiunge. “Se le opposizioni insistono il presidente Fontana trova due ore e si fa, tocca alla capigruppo”. Fatto sta che a far rumore sono state le assenze tra i banchi della maggioranza degli esponenti di Forza Italia, Lega e Noi Moderati. A Montecitorio si sono fatti vivi solo una decina di esponenti di FdI, il partito della ministra finita sotto accusa per le vicende di Visibilia e truffa all’Inps. E’ stato fatto notare che il lunedì la partecipazione dei deputati ai lavori della Camera è sempre stata ‘latitante’, ma di sicuro testimonia che tra le fila della maggiorana le acque non sono calme. Tutt’altro anche se tutti sconfessano questa tesi.
La richiesta di dimissioni della ministra del Turismo è stata presentata dai 5 Stelle e sottoscritta anche dalla capogruppo Pd, Chiara Braga, e da quella di Alleanza Verdi e Sinistra, Luana Zanella. Una opposizione compatta che nelle dichiarazioni hanno posto l’indice sulla necessità politica delle dimissioni della Santanchè e sottolineato ancora l’assenza della premier ai lavori parlamentari.
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