I centri migranti in Albania saranno attivi a partire da questa settimana. A confermarlo è stato il ministro dell’interno Matteo Piantedosi, secondo cui si tratterà di centri analoghi a quelli fatti sul territorio nazionale che si occuperanno di fornire tutta l’assistenza necessaria.
Il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, fissa l’avvio delle operazioni di trasferimento dei primi migranti nel centro di accoglienza a Gjader, un ex sito dell’Aeronautica militare albanese abbandonato da anni e totalmente ricostruito. Lì verranno portate, nella prima fase, 400 persone. Per Piantedosi quella che si apre oggi è la settimana dell’avvio: “Noi contiamo di partire, ma ovviamente tutto è legato a quanto avviene nel Mediterraneo”.
Il responsabile del Viminale ribadisce che le strutture che sorgono in Albania sono analoghe a quelle presenti sul territorio nazionale come a Porto Empedocle o Modica: “Sono di contenimento leggero, non sono dei Cpr. Non c’è filo spinato, c’è assistenza. Tutti possono fare richiesta di protezione internazionale”. Al porto di Schengjin è stato allestito un hotspot per l’identificazione dei migranti soccorsi in mare da navi italiane. Dopo la rilevazione delle generalità le persone saranno trasferite a Gjader, una ventina di chilometri all’interno. Qui vi sono tre strutture: un centro per il trattenimento di richiedenti asilo (880 posti), un Cpr e un penitenziario.
Diversi imprevisti hanno rallentato l’apertura delle strutture per i migranti. Nonostante il protocollo d’intesa del 7 novembre tra Italia-Albania prevedesse l’avvio dei servizi a fine maggio maggio 2024, il caldo prima e la pioggia poi hanno ritardato il decollo delle due strutture nelle aree di Shengjin e di Gjader.
Come previsto dal bando della Prefettura di Roma, in Albania sorgeranno tre strutture per la gestione dei flussi migratori. Nella prima, situata a Shengjin, verranno sbarcati e identificati i migranti soccorsi in acque internazionali; a Gjader è previsto invece un centro di prima accoglienza da 880 posti per i richiedenti asilo, che verranno valutati entro 28 giorni dalla Prefettura di Roma per decidere tra la protezione internazionale e il rimpatrio; un centro di permanenza con una capacità di 144 posti. Previsto, inoltre, un piccolo centro di pena per tutti quei migranti che commettono reati all’interno delle strutture.
L’Italia ha stanziato un investimento iniziale di 62 milioni di euro per la realizzazione dei centri di accoglienza in Albania. Tuttavia, il costo totale del progetto è stimato in circa 650 milioni di euro, una cifra che comprende non solo la costruzione e la manutenzione delle strutture, ma anche spese significative per trasferte del personale (oltre 250 milioni di euro), oltre ad assunzioni e assicurazioni. Il noleggio della nave per il trasporto dei migranti è stimato in circa 13,5 milioni di euro ogni tre mesi.
La cooperativa Medihospes si è aggiudicata l’appalto per la gestione dei centri di accoglienza per i prossimi 24 mesi, con un contratto del valore di 133,8 milioni di euro. Grazie alla riduzione dei flussi migratori e alla piena occupazione dei centri, il governo stima un risparmio complessivo di 136 milioni di euro.
Il ministro Piantedosi ha spiegato che non ci saranno tagli di nastri per l’apertura dei centri, che saranno analoghi a quelli attivi sul territorio nazionale e di trattamento leggero.Come precisato dal ministro, tutti potranno fare richiesta di protezione internazionale e ottenerla nel giro di pochi giorni.
La rapidità nell’esame delle richieste di protezione, unite alla possibilità di un rapido rimpatrio, punta a scoraggiare i flussi migratori irregolari. “Se il sistema manifesterà tempi rapidi, per sapere se le persone sono ammissibili di protezione internazionale o meno, e quindi da espellere e da riportare indietro, ci sarà sicuramente un fattore di deterrenza”, ha aggiunto il ministro.
Durante la permanenza in Albania, i migranti manterranno il diritto, previsto dal diritto internazionale e dell’Unione Europea, di richiedere asilo in Italia e di far esaminare le loro richieste.
L’iter di ogni richiesta dovrebbe durare al massimo 28 giorni, compresi gli eventuali ricorsi. Il governo italiano si è impegnato ad accogliere coloro ai quali viene concesso l’asilo. Gli altri potrebbero essere deportati direttamente dall’Albania.