Settembre, artista napoletano, è il vincitore della categoria nuove proposte del Festival di Sanremo 2025, con la sua canzone dal titolo “Vertebre” ha conquistato il palco dell’Ariston.
Lo stesso artista è intervenuto ai microfoni di Rai Radio 2 dopo la vittoria: «Non ci sto credendo, ho bisogno di tempo per realizzare.
‘Vertebre’ è iniziata a settembre del 2024, avevo tante cose da dire. Questa canzone è il più grande regalo che la vita potesse farmi. Sono davvero grato». Queste le dichiarazioni del giovane Settembre immediatamente dopo la vittoria a Sanremo 2025.
Il rapporto con la famiglia per Settembre è fondamentale. “Devo qualsiasi cosa alla mia famiglia, per me è tutto, sono grato per come mi hanno cresciuto. I miei genitori e i miei tre fratelli mi hanno sempre supportato. Sono fiero della persona che sono e di quello che hanno creato”. Il brano portato in gara, ‘Vertebre’, “credo sia un messaggio universale, lo definisco un grido di denuncia al fatto che vivere questa età è difficile e nessuno ci ha insegnato come farlo – spiega l’artista napoletano – questa era è difficile in generale ma in questa epoca storica lo è in particolare”.
“Pino Daniele? Solo a parlarne mi vengono i brividi. E’ mia mamma che mi ha trasmesso l’amore per Pino. Da poco mi hanno regalato il vinile di Vai mo’, ero in camera con lei e mi spiegava i testi, e io vedevo nei suoi occhi le scintille mentre mi raccontava la grandezza dietro le sue parole. E’ lei che me ne ha fatto innamorare”. Si emoziona Andrea Settembre, a Sanremo in gara fra le Nuove proposte con Vertebre, mentre racconta come è nato il suo amore per la musica e la sua passione per Pino Daniele. ,
Per Settembre (come nome d’arte ha scelto solo il cognome) Sanremo “è stata un’esperienza forte, vissuta con un grande spirito di iniziativa, volevo stare tranquillo, per divertirmi e imparare”. A 23 anni è un’emozione “indescrivibile, sono estremamente grato che mi sia capitato a quest’età. L’anno scorso ero sul divano e guardavo l’inizio del festival e quest’anno mi ci trovo io a gareggiare, questo fa capire quanto la vita è assurda ma anche magnifica. Mio fratello quest’estate mi ha detto ‘fidati di me, tu ci andrai presto, sai perché? Perché io credo che tu abbia talento. E c’è una legge karmica secondo cui il talento viene sempre premiato – dice – io lì per lì non gli dato molto peso, invece è accaduto, e proprio in questi giorni gliel’ho ricordato”.
Il pezzo, record di ascolti con oltre 6,5 milioni di stream su Spotify, “parla del timore di sembrare fragili, c’è una frase che dice che ‘giochiamo a fare i grandi e poi piangiamo all’università’ – racconta – l’apparenza vince e dobbiamo apparire quello che non siamo. E poi c’è il problema dell’incomunicabilità, secondo me è come se avessimo sviluppato una incapacità a comunicare i nostri sentimenti. Noi ventenni diciamo meno ‘ti amo’ rispetto alle altre generazioni. Forse per paura, ma secondo me manca quella frase”. Quella dei ventenni “è una generazione in un certo senso ‘triste’, perché nessuno ci ha mai detto come si piange e come si ride”.
Ma il pezzo, rivela l’artista, è arrivato anche a chi vent’anni li ha superati da un pezzo. “Mi sono arrivati messaggi di quarantenni e di cinquantenni che mi hanno detto che si sono sentiti rappresentati dalle mie parole – racconta – e questo mi ha fatto rabbrividire, significa che anche quando sei adulto impari ancora e non smetti mai di farlo”. Della vittoria a Sanremo non si può parlare: “Sono scaramantico e partenopeo, questi pensieri non li faccio – ironizza – scherzi a parte, non ci penso neanche lontanamente. ‘Stiamo sotto al cielo’, come diciamo a Napoli. Può succedere di tutto. Spero solo di arrivare a più persone possibile. Sarà una bella sfida, è nato un bel rapporto con gli altri tre colleghi, condividiamo gioie e paure”.