“Abbiamo deciso di rafforzare i controlli per impedire che le quote di ingresso regolare finiscano nelle mani di chi sfrutta l’immigrazione per fare affari. E non a caso, ho presentato un esposto all’Antimafia per fare luce sulle troppe anomalie di questo sistema”. Lo scrive sui social Giorgia Meloni dopo l’inchiesta della Dda di Salerno sui falsi permessi di soggiorno per migranti, fenomeno che proprio la premier e Palazzo Chigi avevano denunciato, originando l’inchiesta che ha messo nei guai anche il Pd campano, sempre lacerato nelle fazioni “deluchiana” e “schleiniana”. E’ il momento dell’affondo, anche nei confronti del Pd.
Un immigrato poteva arrivare a pagare fino a 8mila euro per avere un falso permesso di soggiorno. Sarebbero circa 2mila gli stranieri che avrebbero utilizzato questo sistema per venire e restare in Italia, tra il 2021 e il 2022, grazie alla complicità di un complesso sodalizio criminale che si avvaleva anche di funzionari corrotti e professionisti, come avvocati e commercialisti, e aveva la sua base in Campania, precisamente a Capaccio Paestum, in provincia di Salerno. Altrettanto false anche le richieste di lavoro presentate poi dagli immigrati. Per un giro di affari attualmente stimato dagli investigatori di circa un milione di euro.
È quanto emerge dall’inchiesta bis sulla cosiddetta truffa del Click Day sull’immigrazione clandestina, coordinata dalla Procura della Repubblica di Salerno, guidata dal Procuratore capo Giuseppe Borrelli, con il vicario Luigi Alberto Cannavale, con il supporto della Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo – indagini delegate ai Carabinieri per la Tutela del Lavoro – che ieri ha portato a 46 indagati, con 36 misure cautelari emesse dal gip, delle quali 31 eseguite. Altri 5 stranieri a ieri erano ancora irreperibili. Tra i destinatari delle misure anche Nicola Salvati, tesoriere del Pd della Campania, che è stato sospeso dal partito subito dopo l’inchiesta.
“Questa attività – ha spiegato il procuratore della Repubblica di Salerno, Giuseppe Borrelli – in qualche maniera, e il cattivo funzionamento della normativa sui decreti Flussi, che poi è stata oggetto di intervento legislativo recente, presupponeva una mancata effettuazione di controlli”.
Nell’inchiesta della procura di Salerno che contesta a decine di indagati le accuse di associazione a delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, corruzione, falso in atto pubblico e autoriciclaggio è stato infatti arrestato e messo ai domiciliari anche Nicola Salvati, tesoriere regionale della Campania del Pd. Il partito, rende noto Antonio Misiani, commissario del Partito democratico in Campania, lo ha sospeso. Ma l’imbarazzo è palpabile e i silenzi di Elly Schlein e del governatore Vincenzo De Luca sono inequivocabili.
La premier rilancia: “L’inchiesta della Dda di Salerno, che ha portato a 36 indagati e svelato oltre 2mila richieste false di permessi di soggiorno, conferma ancora una volta quanto denunciato dal Governo: per anni, la gestione dei flussi migratori è stata terreno fertile per criminali senza scrupoli. Un sistema che speculava sull’immigrazione, sfruttando cittadini stranieri disposti a pagare pur di ottenere un permesso di soggiorno e alimentando un giro d’affari illecito da milioni di euro -prosegue la premier- Non a caso, abbiamo deciso di rafforzare i controlli per impedire che le quote di ingresso regolare finiscano nelle mani di chi sfrutta l’immigrazione per fare affari. E non a caso, ho presentato un esposto all’Antimafia per fare luce sulle troppe anomalie di questo sistema”. “L’immigrazione non può essere lasciata in balìa della criminalità. Continueremo a lavorare per ristabilire regole serie e legalità”, conclude Meloni.
Le accuse di Fratelli d’Italia
Sulla questione, interviene il deputato campano di Fratelli d’Italia Imma Vietri. “Fatto salvo il principio di presunzione di innocenza, è molto grave che un importante esponente del Pd – scelto finanche come tesoriere e quindi ritenuta persona di fiducia dai vertici del partito, che è stato anche vice sindaco di un comune della provincia di Napoli – resti coinvolto in un’inchiesta finita alla ribalta nazionale per la gravità delle accuse mosse dalla Procura Distrettuale di Salerno. Chissà se la segretaria Schlein romperà l’assordante silenzio dietro cui ha deciso di nascondersi da tempo rispetto alle vicende giudiziarie che coinvolgono più esponenti salernitani e campani del suo partito, tra presidenti di Provincia, consiglieri regionali e dirigenti. Prima di attaccare strumentalmente il Presidente Meloni e Fratelli d’Italia, impegnati costantemente nella difesa dei confini e delle vite umane, la segretaria del Pd farebbe bene a guardare in casa sua” conclude Vietri.