Cnpr forum, tra dazi e crisi internazionali cresce la percezione di sfiducia di cittadini e imprese

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Malagola (FdI): “Pil italiano cresce più della Germania”Pirro (M5s): “Calano potere d’acquisto e produzione industriale”Tenerini (FI): “Sostenere chi vuol creare lavoro e benessere”Mari (Avs): “Governo continua a favorire chi non rispetta le regole

“Nonostante le percezioni negative, i dati macroeconomici mostrano un’Italia in crescita, con un PIL superiore a quello della Germania, disoccupazione ai minimi da 18 anni, bilancia commerciale positiva e deficit sotto controllo. In un contesto segnato da tensioni globali e dazi, il sistema produttivo e bancario italiano si dimostra solido. L’Italia gode di alta fiducia a livello internazionale ed è vista come un alleato credibile. Alla guida del Paese c’è Giorgia Meloni, considerata la leader più autorevole secondo i sondaggi”.Lo ha dichiarato Lorenzo Malagola (FdI), segretario della Commissione Lavoro alla Camera, nel corso del Cnpr forum “Segnali dall’economia reale: Italia tra crescita dell’occupazione e calo della fiducia” promosso dalla Cassa di previdenza dei ragionieri e degli esperti contabili, presieduta da Luigi Pagliuca.Di parere opposto Elisa Pirro, senatrice del M5s in Commissione Bilancio a Palazzo Madama: “I dati reali mostrano un’Italia in difficoltà: bollette in aumento, imprese in cassa integrazione, produzione industriale in calo da 25 mesi e stipendi in perdita di potere d’acquisto. Questo alimenta sfiducia tra cittadini e imprese, che chiedono una guida chiara nelle politiche industriali. Il governo, inizialmente orientato al “lasciar fare”, appare assente. Le misure attuate, come Transizione 5.0, risultano inefficaci e poco utilizzate, mentre sarebbe stato più utile mantenere la precedente Transizione 4.0, che aveva funzionato”.Secondo Chiara Tenerini, deputata di Forza Italia in Commissione Lavoro a Montecitorio: “Nonostante la percezione negativa diffusa sull’economia, i dati macroeconomici indicano segnali positivi: il PIL è cresciuto dello 0,9% e la disoccupazione è in calo. Tuttavia, fattori esterni come la crisi geopolitica, l’aumento dei costi energetici e i dazi USA alimentano l’incertezza. Il governo sta lavorando su riforme strutturali, ma fatica a comunicare efficacemente. Intanto, l’opposizione contribuisce a diffondere sfiducia. Serve maggiore coesione per affrontare le sfide comuni, riconoscendo la stabilità dell’esecutivo come punto di forza per il futuro del Paese”.Sulla sfiducia degli italiani Francesco Mari (Avs), segretario della Commissione parlamentare d’inchiesta sulle condizioni di lavoro in Italia, ammonisce: “La percezione negativa sull’economia è concreta e radicata nella quotidianità delle persone: chi lavora fatica ad arrivare a metà mese e le imprese che rispettano le regole sono in difficoltà. Il quadro reale del Paese è distante da quello ottimistico descritto dal governo. I costi della burocrazia restano alti e le promesse elettorali disattese. Serve una riforma profonda del sistema produttivo per sostenere imprese sane e contrastare la diffusione di lavoro povero e concorrenza sleale. Intanto aumentano i part-time involontari e calano i redditi: questa è l’occupazione promossa dal governo”.Nel corso del dibattito, moderato da Anna Maria Belforte, il punto di vista dei professionisti è stato espresso da Eleonora Linda Lecchi, commercialista e revisore legale dell’Odcec di Bergamo: “Secondo gli ultimi dati Istat, la fiducia di imprese e consumatori nell’economia italiana è in calo. Le piccole e medie imprese segnalano burocrazia e costi indiretti eccessivi. Servono interventi urgenti per creare un contesto più favorevole alla produzione e agli investimenti, condizione necessaria per rilanciare l’economia e rafforzare la fiducia nella competitività del Paese”.Le conclusioni sono state affidate a Paolo Longoni, consigliere dell’Istituto nazionale esperti contabili: “La sfiducia diffusa è legata al calo del potere d’acquisto dei salari, tra i più bassi d’Europa, e alla crisi demografica che influenza i dati sull’occupazione. A peggiorare il quadro contribuiscono le incertezze delle guerre commerciali e la cronica inefficacia delle semplificazioni amministrative. La vera chiave per rilanciare la produttività è rendere più semplice fare impresa, non tagliare i costi o sacrificare la sicurezza”. Lì, 14 aprile 2025

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