Commissione d’inchiesta Covid e Fratelli d’Italia: ‘Determinati a far emergere tutta la verità’

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Fratelli d’Italia ha convocato una conferenza stampa per fare il punto sui lavori della Commissione d’inchiesta sul Covid per far luce su un quadro che si presenta sempre più «inquietante». La vicenda al centro del dibattito è quella della maxi-commessa da oltre 1,2 miliardi di euro per mascherine provenienti dalla Cina: dispositivi potenzialmente nocivi, privi di certificazione regolare, e introdotti in Italia senza controlli. Un fiume di denaro pubblico che si sarebbe dissolto nell’emergenza, e che evaporando ha incrementato le minacce per la salute dei cittadini.

«La Commissione lavora con un ritmo serrato, ascoltando testimonianze fondamentali per ricostruire la gestione della pandemia», ha esordito il deputato di Fratelli d’Italia Francesco Filini, impegnato dal principio nei lavori, e evidenziando la regolarità con cui vengono svolte audizioni e analisi.
Il nodo centrale riguarda la maxi-commessa di oltre un miliardo e duecento milioni a società cinesi. «Un funzionario dell’Agenzia delle Dogane, il dottor Martina, ha confermato che molte di queste mascherine erano assolutamente non idonee e potenzialmente nocive per la salute. Dispositivi destinati a un target sensibile e usati da medici, poliziotti, operatori sanitari in prima linea. Una fornitura pagata quattro volte il prezzo reale e su cui vogliamo vederci chiaro», ha affermato Filini.

Lucio Malan, capogruppo al Senato, ha sottolineato la determinazione del partito: «FdI ha voluto questa Commissione per far emergere ciò che è stato taciuto. Già nel 2021 il nostro centro studi denunciava opacità, scudi penali e decisioni emergenziali prive di controlli. Ora scopriamo che le mascherine cinesi avevano perfino una stampigliatura a inchiostro, cosa assolutamente vietata per il rischio di inalazione di sostanze tossiche. Non manca un semplice timbro: mancano le caratteristiche di sicurezza fondamentali. Proseguiamo, non senza difficoltà, ma con grande determinazione. Per tutti gli italiani. Perché hanno il diritto di sapere se qualcuno ha approfittato di un’emergenza drammatica per fare affari alle spalle della nazione», conclude Malan.

Il governo Conte e la dirigenza delle Dogane erano a conoscenza dell’inidoneità di queste mascherine. «Nonostante sapessero, hanno continuato ad importarle, pagandole anche più del dovuto. Questo significa che negli ospedali italiani sono stati distribuiti dispositivi di protezione inefficaci e potenzialmente dannosi», ha aggiunto la deputata Alice Buonguerrieri, lasciando intravedere scenari che lei stessa definisce «molto gravi: «Il Movimento 5 Stelle ha avanzato richieste pretestuose, come il rinvio alla Procura degli stenografici delle audizioni, che però sono pubblici e accessibili a tutti. Il Partito Democratico, invece, ha chiesto di audìre il magistrato che ha condannato la presidenza del Consiglio e il ministero della Salute a risarcire Jc Electronics Srl per tre milioni di euro. Non se ne capisce la ragione, se non il tentativo di mettere in discussione sentenze già concluse, o quello di intralciare i lavori della Commissione».

Parliamo di 880 milioni di mascherine contraffatte, immesse negli ospedali e nelle strutture sanitarie, per una spesa pubblica enorme.

Nelle Dogane abbiamo trovato funzionari indagati, promossi o rimossi ad nutum (a piacimento). Il piano pandemico, seppur obsoleto, poteva essere attivato e invece è stato ignorato. La Commissione sta scoprendo queste verità nel silenzio generale. E non solo: Arcuri gode di uno scudo penale ed erariale che lo protegge da ogni accusa, salvo prova del dolo.

Nei lavori della commissione Covid “sta emergendo uno scandalo” silenziato dai principali media una congiura del silenzio su notizie che meriterebbero di diventare “virali”, ma che sono nascoste dai media principali. I parlamentari di FdI, di fronte al “silenzio generale” sui lavori della commissione di inchiesta, si sono detti “costretti” a sollevare in una conferenza stampa alla Camera il caso degli “880 milioni di mascherine contraffatte, pagate 1,25 miliardi, acquistate dal commissario Arcuri a 3-4 volte il prezzo di mercato”, come hanno spiegato i capigruppo Lucio Malan e Galeazzo Bignami, e i deputati Alice Buonguerrieri e Francesco Filini: “Crediamo che di questo qualcuno debba rispondere, anche se sta facendo di tutto per scappare”.

“Stiamo parlando di commesse pagate oltre un miliardo e 251 milioni di soldi pubblici: da altre audizioni abbiamo verificato che sono state pagate 3-4 volte in più rispetto al prezzo di mercato”, dice Alice Buonguerrieri, capogruppo FdI in Commissione Covid.

Per Fratelli d’Italia “è quindi doveroso approfondire” anche per capire se qualcuno “ha lucrato sulla pandemia, senza alcuno scrupolo, ai danni dello Stato: si configurerebbe quantomeno un danno erariale e, se questi fatti verranno confermati, un danno alla salute”. Fratelli d’Italia denuncia anche “il tentativo ostruzionistico in particolare del MoVimento 5 Stelle, che ha avanzato richieste che sono fuori da ogni prassi istituzionale, come ad esempio quella di rinviare lo stenografico delle dichiarazioni del dottor Martina e del dottor Bianchi”.

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