Conflitto russo ucraino senza via d’ uscita

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Dopo due anni di guerra non si vede chi è la sconfitta, né la Russia, né l’ Ucraina. Solo i ciechi non vedono l’ evidenza degli avvenimenti sul campo, così come sembrano non rendersi conto del rischio sempre più concreto di uno scontro Nato/Russia. Ragionare su un eventuale dopo guerra, vuol dire attendere tempi lunghi e al momento sono condizioni irrealizzabili. L’ Ucraina ha perso un quinto del suo territorio, un tasso di natalità bassissimo, con sei milioni di rifugiati all’ estero al netto degli emigrati, che dal 1991, anno dell’ indipendenza sono più di quattro milioni. Un Paese totalmente distrutto, con danni che superano i 500 miliardi di dollari, che ad oggi non si sa come finanziare. L’ indagine viene fatta su ciò che resta del territorio libero, non sulle zone occupate dai Russi. L’ Occidente e gli Usa perseguono una strategia anomala, che si limita ad aiutare l’ Ucraina a non perdere e inviano aiuti ed armi insufficienti. Di certo non forzano la mano contro i Russi, con buona pace di Zelensky. Che Kiev possa ancora sperare di vincere è pura utopia, ma Zelensky fa finta di non rendersene conto. L’ Unico obiettivo per l’ Occidente è che l’ Ucraina sopravviva e si prepari al suo ingresso alla Nato e all’ UE. Sembra che nessuno voglia rendersi conto della realtà e che non ci saranno risultati politici auspicati. Quanto alla Russia,l’ andamento del conflitto è altrettanto catastrofico, al di là della conquista della Crimea e del Donbass. Il bilancio è, quindi, altrettanto negativo: centinaia di migliaia di morti tra le sue truppe ed elevati costi economici per tenere elevato il livello rispetto alla resistenza ucraina. A questo vanno aggiunte le sanzioni internazionali e lo scivolamento verso la dipendenza economica dalla Cina. In più la Nato con l’ ingresso della Finlandia ha praticamente allargato la sua influenza fino ai confini russi. Il contrario di quanto Putin immaginava potesse accadere. E’ pura propaganda, immaginare una sconfitta russa e un ritiro sic et simpliciter dall’ Ucraina. Da questa sintetica analisi risulta che anche la Russia combatte per la propria sopravvivenza, non come Paese, ma come potenza militare minacciata e accerchiata. La realtà, ci consegna una Russia che economicamente si regge sulla macchina militare, sull’ aggiramento delle sanzioni e sulle esportazioni di gas verso i Paesi asiatici, ma a prezzi , come si suol dire, stracciati. Se il Cremlino volesse o fosse costretto ad abbandonare questo sistema di scambi, si calcola che ci vorrebbero anni per una riconversione della sua economia e sottrarsi dall’ abbraccio ‘ mortale’ della Cina. In pratica questo conflitto si è ridotto ad uno stallo, sopravvivenza, collasso economico, il tutto da attribuire alle parti in conflitto. Eppure da questo catastrofico conflitto che sembra senza una soluzione, escono due vincitori: Cina e Usa.Le due super potenze hanno già vinto. Pechino grazie alla vicinanza strategica della Russia, imposta dagli eventi, sta traendo il massimo profitto economico e geopolitico senza colpo ferire, gli Usa, a loro volta, hanno ridotto la dipendenza energetica della UE con la Russia, riducendo al lumicino i corridoi energetici e le relazioni tra Ue e il Cremlino, oltre ad avere allargato la Nato fino ai confini di ella Russia. L’ Europa, da convitato di pietra , attende solo di pagare il dazio.

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