Uno dei più fini diplomatici, al momento del pianeta, il ministro degli Esteri russo, Sergej Lavrov stronca i “sogni di pace ricostruttrici tricolori” e canta “bella ciao” alla premier Meloni. Per Lavrov “non vi sono segnali che l’Ucraina e l’Occidente siano pronti a negoziati di pace”. Una dichiarazione questa che sottende tanti altri retropensieri legati al nuovo disegno della geopolitica mondiale. Ma, poi, riferendosi direttamente al Bel Paese, il fidato collaboratore di Putin, dichiara: “Russia e Italia stanno attraversando la crisi più profonda dalla Seconda guerra mondiale, e Roma ne è responsabile. Mosca ritiene che non possa partecipare al processo di pace in Ucraina”. Come dire, addio sogni di gloria per Giorgia Meloni che, secondo l’autorevole esponente del Cremlino, non può partecipare alla svolta nella questione. Una dura batosta internazionale che suona come una sorta di remake del popolare canto italiano dedicato alla resistenza italiana contro l’esercito “invasor” della Germania nazista i cui eredi, a differenza di quelli dell’Italia fascista, oggi potrebbero essere chiamati a recitare un ruolo di prim’ordine nella cerniera congiunturale tra gli States di Trump e l’Europa di von der Leyen, con l’Italia che resterebbe a guardare o meglio ad ascoltare il sonetto che Lavrov ha già in qualche modo anticipato alla Giorgia nazionale.
Conflitto Russo Urcraino – Lavrov alla Meloni: “ciao, bella ciao”
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