Quarantatre anni, parlamentare europea dal 2014, Pina Picierno da qualche mese sulla politica internazionale è la vera spina nel fianco di Elly Schlein. Europeista convinta, sostenitrice dell’Ucraina ed amica di Israele, esattamente tutto quello che il Nazareno vede come fumo negli occhi. È vicepresidente del Parlamento Europeo, presente al Congresso di Azione.
La dem riformista Pina Picierno, una delle voci più decise nel sostenere l’invio di aiuti all’Ucraina. Si dice «contenta» perché con Azione «condividiamo tanti momenti cruciali, come l’appello che ho promosso per un’Europa libera e forte».
«Oggi viviamo in un tempo profondamente nuovo. Il mondo è diventato drammaticamente troppo grande, troppo scomodo, troppo insicuro, troppo diverso da quello che avevamo desiderato e che, purtroppo, ci illudevamo corrispondesse in qualche modo alla realtà». Stiamo vivendo «cambiamenti destinati a rendere incerti quelli che pensavamo, a torto, fossero diritti acquisiti e naturali: la nostra sicurezza, il prevalere di relazioni internazionali pacifiche, la nostra democrazia liberale, che pensavamo non fosse esposta a rischi – continua – Ma questi rischi, purtroppo, sono in costante aumento. E allora dobbiamo dircelo. Abbiamo sbagliato tutti. Sono servite le sirene nel cuore della notte in Ucraina per svegliarci definitivamente. E se guardiamo al dibattito italiano, alla sua frammentazione, notiamo che a essere frammentate non sono solo le opinioni, ma le verità stesse.»
La Picierno non è d’accordo e non è tenera con la premier Meloni per il suo appoggio agli Stati Uniti di Donald Trump e prende le distanze dichiarando che è «necessario opporsi con decisione», perché tale approccio «farà male all’Europa e, alla lunga, danneggerà anche gli Stati Uniti. C’è stato un prima e un dopo. La data che li divide è il 5 novembre del 2024, la vittoria di Trump. La postura mostrata prima di quella data era seria e responsabile. Temo che il disegno della destra internazionale e reazionaria della dottrina Maga abbia confuso le idee alla nostra Presidente del Consiglio. Un conto è mantenere relazioni atlantiche, un altro è assecondare una dottrina e una diplomazia palesemente ostile all’Europa. L’Italia ha la forza e il prestigio per definire insieme a Francia, Gran Bretagna e Germania un futuro diverso. Isolarci è stata e sarà una pessima idea».
L’attacco si estende anche ai 5 Stelle, «che scendono in piazza per racimolare qualche voto», e critica la polarizzazione della politica su tutti i fronti. «Trarre profitto elettorale dalle paure, trarre vantaggio dal giusto e genuino desiderio di pace, sta alla politica come una truffa sta al commercio. L’alternativa non nascerà da questa polarizzazione, non nascerà da questa radicalizzazione. Il punto non è cosa salvare o cosa recuperare dalla nostra storia passata o recente, perché questo lo sappiamo già. Basta il buon senso, la verità». Un riferimento destinato ai Cinque stelle ma che è possibile leggere anche come una critica alla leadership del Partito democratico che ha una posizione sempre più chiaramente pacifista. Non è detto che Elly Schlein abbia apprezzato.
Da parte del Pd grava sulla Picierno, a detta loro, una gravissima iniziativa, aver incontrato al Parlamento Europeo una delegazione del think tank Israel Defense and Security Forum (Idsf). Lei motiva la sua scelta: «Come vicepresidente del Parlamento Europeo con delega all’antisemitismo e all’assemblea del Mediterraneo, negli scorsi mesi, tra gli altri, ho incontrato l’associazione Idfs, che tramite un’agenzia regolarmente iscritta mi ha chiesto un appuntamento».
Un normale incontro di lavoro istituzionale che nel giro di poche ore si trasforma in un nuovo caso politico. E che provoca reazioni infuriate nel Pd: «Riteniamo incompatibile con le politiche del Pd intrattenere qualsiasi relazione con simili realtà», scrivono in una nota durissima i parlamentari dem Ouidad Bakkali, Laura Boldrini, Susanna Camusso, Sara Ferrari, Valentina Ghio, Andrea Orlando, Rachele Scarpa, Arturo Scotto, Nico Stumpo, Stefano Vaccari. Tradotto: l’agenda degli appuntamenti la decidiamo noi. Un’evidente ingerenza che la vicepresidente del Parlamento Europeo rispedisce al mittente: «Non consento proprio a nessuno, specie a chi ha fatto incontri davvero imbarazzanti in passato, di dirmi cosa fare e cosa no, chi dovrei incontrare e come dovrei comportarmi. Questi tentativi maldestri di processi pubblici non appartengono in alcun modo alla nostra cultura politica. Ho trovato la nota di alcuni parlamentari italiani irrispettosa soprattutto verso una cultura politica che sa distinguere opinioni, ruoli e funzioni».
A difendere la vice presidente del Parlamento Europeo la minoranza dem con il senatore Filippo Sensi: «Non mi piacciono le gogne e le ghigliottine, dentro e fuori il partito». E Simona Malpezzi: «Far coincidere gli incontri che il ruolo istituzionale richiede con prese di posizione politica è profondamente sbagliato e ingeneroso”. Conclude Piero Fassino: «Pina Picierno non deve rendere conto a un gruppo di parlamentari italiani a cui non è conferito alcun titolo per esprimere censure».