Conte (M5s): “Legge di bilancio delude, serve coraggio per una vera riforma fiscale. Manca ‘respiro’ per ceto medio”

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“Questa legge di bilancio e anche alcuni dei provvedimenti collegati scontentano tutti. Credo che solo l’industria delle armi non abbia alzato la voce tra carovita e tasse. Si tratta di uno dei pochi settori con la pancia piena, con investimenti record e non c’è nemmeno un euro di tassa sugli extra profitti di un’industria che con la guerra sta incamerando extraprofitti record. E anche voi commercialisti avete sperimentato la differenza tra la propaganda del governo Meloni e la realtà. Penso al modo inaccettabile con il quale vi è stato presentato il concordato preventivo biennale e a quello che c’è anche nel decreto fiscale approvato al Senato, ora all’esame della Camera. È stato presentato come la rivoluzione dei rapporti tra fisco e contribuenti, come una svolta all’insegna della semplificazione, una grande opportunità per gli autonomi, per le partite IVA. Tutt’altro. Il concordato è cambiato un’incredibile quantità di volte. Quel che viene fuori è una brutta copia di un’identica soluzione. Voi lo ricorderete, una proposta addirittura di vent’anni fa, un mostro a due facce. Da una parte un condono dall’altra un’estorsione di Stato con il fisco che ti dice che se non aderisci ti fa piovere addosso una valanga di accertamenti. La verità è che il governo fallisce miseramente l’obiettivo di intervenire sulle tasse e dare respiro a un ceto medio schiacciato dal carovita e dai tagli di questa legge di bilancio”. Così Giuseppe Conte, leader del Movimento 5 stelle, nell’intervento alla platea del convegno “Obiettivo Futuro 2024”, promosso a Pisa dall’Associazione nazionale commercialisti, presieduta da Marco Cuchel.“Dal concordato preventivo il governo avrebbe dovuto ricavare gettito per abbassare l’Irpef sul ceto medio. Per ora, però, le adesioni sono scarse. Parliamo di 500.000 autonomi su una platea potenziale di 4,6 milioni di contribuenti – ha aggiunto Conte -, un incasso all’incirca di un miliardo e trecentomila euro, la metà di quello che servirebbe per un timido taglio dell’Irpef sullo stesso ceto medio. Il 60% di questa legge di bilancio, ovvero 17 miliardi di euro, se n’è andata per una mera conferma di un taglio del cuneo fiscale che non metterà un euro in più nelle tasche dei contribuenti coinvolti. Anzi, in diversi casi ci andranno pure a perdere. Secondo delle simulazioni che sono state fatte, questa manovra non abbassa neanche una tassa sulle fasce più in difficoltà, è colpita dall’inflazione pregressa. Il Movimento cinque Stelle vuole abbassare le tasse, ma ci vuole un coraggio che questo governo non ha per andare a recuperare le risorse dove ci sono, dagli extraprofitti delle banche, delle industrie belliche, dei colossi del web, da una spinta alla digitalizzazione dei pagamenti. Noi abbiamo proposto anche il cash back sanitario. Ad esempio se paghi con la carta le spese mediche in farmacia, la detrazione ti arriva direttamente sul conto. Diamo un sollievo. Liquidità immediata ai cittadini in crisi per la perdita del potere d’acquisto. Semplifichiamo, recuperiamo risorse dall’evasione per abbassare le tasse a tutti. In questa legge di bilancio non ci sono prospettive. Non c’è niente perché con il patto di stabilità scritto da Francia e Germania, firmato da Giorgia Meloni, in Europa non ci può essere niente se non tagli da 13 miliardi l’anno. Noi restiamo aperti al confronto, all’ascolto, al contrario di un esecutivo che si è chiuso in se stesso senza ascoltare più la voce di cittadini, associazioni, senza ascoltare la sofferenza del Paese”.

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