Dagospia: Pier Silvio Berlusconi pronto a scendere in politica ad aprile 2025, dopo la sconfitta sul referendum dell’autonomia differenziata

Date:

Pier Silvio Berlusconi secondo alcune indiscrezioni sempre più insistenti, starebbe preparando la discesa in campo alla guida di Forza Italia, nel caso in cui il Governo uscisse sconfitto dal possibile referendum sull’autonomia differenziata.

Dagospia ha affermato che Pier Silvio Berlusconi sarebbe pronto a scendere in politica.

Voci che si rincorrono da mesi, passando da Marina a Pier Silvio, con il fattore comune della consapevolezza che una discesa in campo di un nuovo Berlusconi porterebbe per forza il centrodestra a dover sistemare tutti gli assetti politici esistenti.

Una lettera di quindici righe per smentire i cattivi rapporti con Giorgia Meloni e l’insoddisfazione per l’operato di Antonio Tajani. La presidente di Mondadori ha deciso d’intervenire sui numerosi retroscena che raccontato i rapporti tesi tra Arcore e Palazzo Chigi. L’ultimo è quello pubblicato da Repubblica. Ed è proprio al quotidiano degli Elkann che la primogenita di Berlusconi ha deciso di scrivere. “So bene che arginare il fiume delle voci e delle indiscrezioni è pratica molto difficile, se non impossibile, ma io non posso continuare a tollerare presunte ricostruzioni che non hanno il minimo contatto con la realtà”, è l’incipit scelto dalla presidente di Fininvest.

Berlusconi vuole smentire l’articolo che attribuisce “alla mia famiglia ‘disistima‘ nei confronti di Giorgia Meloni e ‘scontentezza‘ per l’operato di Antonio Tajani alla guida di Forza Italia, quando in entrambi i casi è vero esattamente il contrario. La Repubblica descrive perfino pensieri e progetti che non ho, né ho mai avuto. Arriva addirittura a deformare il contenuto di incontri che fanno parte del mio ruolo e del mio lavoro, trasformandoli in assurde riunioni carbonare che nasconderebbero trame politiche da fantascienza”. L’erede dell’uomo di Arcore aggiunge: “Tutto molto affascinante, lo ammetto: quasi intrigante. Ma anche distante ventimila leghe dalla verità. Già, la verità… In un’epoca di fake news e di chiacchiere incontrollabili, conta ancora qualcosa?”. Quindi spiega di aver deciso di inviare la sua smentita”per rispetto del lavoro che fate e per rispetto del suo giornale. Ancor prima, però, per rispetto e per amor di verità. Forse sarò ostinata, e di certo le parrò all’antica, ma continuo a pensare che la realtà dei fatti conservi un valore. E che i ‘retroscena’ possano avere un senso soltanto quando e se, da dietro il palcoscenico, descrivono una scena reale. Non un teatro – anzi un teatrino – che non c’è”.

Nell’articolo di Repubblica, firmato da Concetto Vecchio, oltre a parlare della “disistima” dei Berlusconi nei confronti di Meloni, si sostiene che per i figli dell’ex premier la leader di Fratelli d’Italia “è l’emblema del populismo all’amatriciana“. Meloni, al contrario, diffida dei Berlusconi “perché li ritiene attenti solo alla propria borsa come dimostrerebbe il no alla tassa sugli extraprofitti delle banche. Soprattutto non ha dimenticato l’avvertimento su Giambruno”. La parte principale dell’articolo, invece, è dedicata al ritorno in campo di Gianni Letta, ormai prossimo ai 90 anni, indicato come l’uomo dei Berlusconi nella svolta pro-diritti di Forza Italia. Sarebbe stato proprio Letta a portare Mario Draghi a casa di Marina.

Comunque, secondo il sito fondato da Roberto D’Agostino, le notizie sull’intervento diretto di Pier Silvio Berlusconi sulla scena politica italiana sarebbero abbastanza fondate da poter addirittura indicare una possibile data della sua “discesa in campo”.

Secondo Dagospia, Pier Silvio Berlusconi potrebbe prendere la guida di Forza Italia in concomitanza con la prima data utile per il possibile referendum sull’autonomia differenziata: aprile 2025.

Non una data a caso, dato che una sconfitta al referendum sarebbe un duro colpo per il centrodestra, specialmente per la Lega di Matteo Salvini, che molto ha spinto affinché l’autonomia differenziata diventasse legge.

Una ipotesi  scartata da Giorgia Meloni, che ha preferito non associare la sua permanenza a Palazzo Chigi con il risultato del referendum: “Mi chiedono, ‘se non passa è un problema?’. Chi se ne importa. Non sono pronta a dimettermi qualora venisse bocciato il referendum. Io arrivo alla fine dei cinque anni e chiederò agli italiani di essere giudicata”.

La raccolta firme per il referendum per l’abrogazione della legge sull’autonomia differenziata è andata meglio del previsto, con 1.291.488 di firme raccolte tra cartacee e online, più del doppio del necessario. Toccherà ora alla Corte Costituzionale valutare l’ammissibilità del quesito.

Nel caso in cui il referendum dovesse però passare, e la riforma venisse bocciata, sarebbe difficile pensare che non ci saranno ripercussioni sull’esecutivo. Specialmente se dovesse scendere in campo una “nuova” forza politica, quella dei Berlusconi.

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here

Condividi post:

Sottoscrivi

Popolare

Articoli Correlati
Articoli Correlati

Austria – Estrema destra esclusa dalla formazione del nuovo governo, l’incarico ai popolari

    Nonostante il partito della libertà d'Austria ha ottenuto quasi il ventinove...

Bari – Uno dei cinque ragazzi in coma è indagato per omicidio stradale

Da qualche ora, è indagato per omicidio stradale colposo,...

Ungheria – “Il Parlamento Ue revochi l’immunità a Ilaria Salis”

  Il governo ungherese ha chiesto formalmente alla presidente del...

Ungheria – “Il Parlamento Ue revochi l’immunità a Ilaria Salis”

  Il governo ungherese ha chiesto formalmente alla presidente del...