Nemmeno il solleone sia al mare che in montagna che nelle infuocate città, ha potuto fermare migliaia di famiglie italiane accorse in massa per sottoscrivere la proposta referendaria per l’ abrogazione della legge sull’ autonomia differenziata.Una mobilitazione straordinaria che mette in allarme la nostra Premier, che pensava di accontentare la Lega di Salvini, in cambio del via libera sulla riforma del premierato. Quello degli italiani è un grido di indignazione verso una legge che è un insulto all’ unità nazionale e soprattutto senza un euro in cassa. I cittadini si sono resi conto, senza farsi imbambolare dalle chiacchiere della politica, che questa legge mina oltre che l’ unita del Paese , anche un diritto fondamentale come quello alla salute. Il servizio sanitario, già di per sé terremotato da anni di incuria e tagli al suo finanziamento, non può correre il rischio di essere completamente smantellato. Del resto la pandemia ha messo a nudo tutte le precarietà di un servizio affidato alle singole regioni e dimostrato, al contrario, quanto sia essenziale un coordinamento nazionale. Le centinaia di migliaia di famiglie che sono accorse a sottoscrivere, hanno voluto mandare un messaggio chiaro ai portatori di propaganda vacua. Giorgia Meloni, ha sottovalutato che ogni mobilitazione referendaria mette insieme fazioni diverse tra loro al netto delle ideologie. Inoltre mette insieme anche le opposizioni che si sono ricompattate su un tema che interessa il futuro e l’ unità del Paese. Quindi si ha una trasversalità politica che senza dubbio rappresenta la maggioranza reale del Paese,: sicuramente al Sud. Del resto la Premier sembra non aver riflettuto abbastanza sul risultato delle europee, che ha visto il Partito Democratico primo partito nella circoscrizione Sud. Ed è mera illusione tentare di sabotare le urne invitando gli italiani ad andare al mare. La raccolta delle firme sta dimostrando il contrario.
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