Danilo Iervolino è uno degli imprenditori italiani più in vista del momento. Inventore dell’Unipegaso, l’ateneo online che ha venduto di recente a un fondo inglese incassando più di un miliardo di euro.
Iervolino ha cominciato a investire una parte (minima) dei guadagni, portandosi a casa prima la Salernitana, squadra di serie A assai cara a Vincenzo De Luca, e poi il glorioso settimanale L’Espresso svenduto dalla Gedi di John Elkann.
Alle inchieste della magistratura, ha scoperto Domani, si sommano i sospetti dell’antiriciclaggio su pezzi del gruppo: una delle ultime riguarda proprio l’acquisizione della Salernitana dal trust che l’ha gestita dopo l’uscita di Claudio Lotito.
Danilo Iervolino, patron della Salernitana ed ex proprietario del gruppo L’Espresso e dell’università telematica Pegaso, è stato condannato a 4 anni di reclusione dal giudice per l’udienza preliminare di Napoli. Il reato commesso sarebbe quello di corruzione, nell’ottica di alcuni favori richiesti da funzionari del ministero del Lavoro.
Nato a Napoli il 2 aprile 1978, Danilo è cresciuto a Palma Campania, il paese dei genitori, dove ancora vive con la famiglia. Laurea in Economia e Commercio a Napoli con tesi sul franchising, s’appassiona alla formazione a distanza grazie a un professore dell’Università di Salerno amico del padre. Mette piede negli States a 24 anni scoprendo quell’universo telematico che in Italia era ancora immerso nelle nebbie. “Piattaforme tecnologiche, rete, linguaggi multitasking, allora tutto questo era già una realtà – ricorda Iervolino – Il web 1.0 si stava trasformando nel 2.0. Fui travolto da quest’onda rivoluzionaria e decisi che quello sarebbe diventato il mio progetto di vita
L’università telematica nasce non solo come un sogno americano, ma anche grazie al decreto Moratti-Stanca che nel 2003 ha liberalizzato l’insegnamento istituendo anche questa innovativa forma d’istruzione. Iervolino racconta e alimenta la leggenda che tutto comincia in un locale tre metri per per tre: “Volevo un’università aperta a tutti, democratica, innovativa che favorisse l’ascesa nella scala sociale come in America e nella quale gli studenti potessero indossare la loro istruzione come un abito su misura e recapitato a domicilio. A quel tempo pochi lo capivano, ancora meno ci credevano”. Non così Silvio Berlusconi, che firma un accordo con Pegaso per la formazione di giovani leader azzurri e pensa a lui come coordinatore regionale di Forza Italia. Iervolino ringrazia, ma non si lega, coltiva ottimi rapporti con Vincenzo De Luca proconsole salernitano nonché governatore campano, attraverso il figlio Piero deputato del Pd che lo definisce “imprenditore serio, capace, appassionato”, s’avvicina a Matteo Renzi, però tiene la politica su un sentiero parallelo. Pegaso decolla fino a raggiungere la mitica quota dei 100 mila iscritti.
Poi, è lui l’amministratore del gruppo Pegaso Multiversity. A quel punto Iervolino si guarda intorno e mette a fuoco gli altri suoi progetti: lo sport, comprando per dieci milioni di euro la Salernitana che Claudio Lotito doveva cedere, e l’editoria con Forbes Italia che un anno prima lo aveva celebrato come uno dei cento migliori imprenditori italiani. Così la Bfc spa diventa la nave scuola e poi l’ammiraglia quotata in borsa dove oggi confluisce il 51 per cento dell’Espresso (il 49 per cento va alla Idi srl di Danilo Iervolino).
Oggi, Danilo Iervolino, patron della Salernitana ed ex proprietario del gruppo L’Espresso e dell’università telematica Pegaso, è stato condannato a 4 anni di reclusione dal giudice per l’udienza preliminare di Napoli. Il reato commesso sarebbe quello di corruzione, nell’ottica di alcuni favori richiesti da funzionari del ministero del Lavoro.
I fatti risalgono al 2019 quando Iervolino avrebbe facilitato l’assunzione, presso l’università telematica Pegaso di cui era proprietario, del figlio di una delle funzionarie corrotte, con il ruolo di docente, in cambio di un favore riguardo alla divisione del patronato Encal-Inpal in Encal-Cisal e Inpal.
Il giudice per l’udienza preliminare di Napoli ha condannato Danilo Iervolino, patron della Salernitana ed ex proprietario dell’università telematica Pegaso e del settimanale L’Espresso, a 4 anni di reclusione per corruzione, con rito abbreviato. Con lui sono stati condannati anche Francesco Cavallaro, segretario generale del sindacato Cisal (sindacato molto presente nel settore pubblico), a 5 anni, e Mario Rosario Miele, collaboratore di Iervolino, a 2 anni e 8 mesi. Rinviate a giudizio le funzionarie del ministero del lavoro che sarebbero state corrotte e che hanno scelto il rito ordinario.
I fatti trattati dall’indagine comincerebbero nel 2017, quando Francesco Cavallaro chiese al ministero del Lavoro la scissione del patronato Encal-Inpal in Encal-Cisal da una parte e Inpal dall’altra, facendo mantenere a entrambi i benefici economici derivati dallo status di patronato.
Dopo la negazione della richiesta, Cavallaro, secondo la condanna, continuò a fare pressione su due funzionarie di alto livello del ministero per ottenere questa autorizzazione che, nel 2018, fu effettivamente concessa.
L’anno successivo il figlio di una di queste due funzionarie venne assunto, con il ruolo di docente, dall’università telematica Pegaso, allora di proprietà di Iervolino. Ai tempi Cisal aveva una convenzione con Pegaso, che permetteva agli iscritti al sindacato di frequentare i corsi di laurea con una retta scontata. Questa sarebbe la connessione tra Iervolino e Cavallaro che ha coinvolto l’imprenditore nella vicenda.