Ddl IA: ok a nuove regole su diritto d’autore e agevolazioni, sì a reclusione fino a 5 anni 

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Il Consiglio dei ministri ha dato il via libera alle nuove regole in materia di intelligenza artificiale nel rinominato Ddl IA. Secondo quanto si apprende da una nota di palazzo Chigi, le norme intervengono in 5 ambiti: dalla strategia nazionale alle sanzioni penali. Sono state previste anche soluzioni di agevolazioni fiscali per chi ha studiato o svolto attività di ricerca in ambito delle tecnologie IA ed è disposto a rimpatriare.

“Si è diffusa in questi ultimi tempi l’idea che l’intelligenza artificiale possa addirittura sostituire un domani l’attività giurisdizionale. Un primo intervento prevede che i sistemi di intelligenza artificiale siano utilizzati esclusivamente per l’organizzazione e la semplificazione del lavoro giudiziario, nonché per la ricerca giurisprudenziale e anche finalizzata all’individuazione di orientamenti interpretativi. È sempre riservata al magistrato la decisione sulla interpretazione della legge, sulla valutazione dei fatti e delle prove e sulla adozione di ogni provvedimento. In sintesi che cosa vuol dire? Vuol dire che noi in questo caso cerchiamo di cogliere l’opportunità dell’intelligenza artificiale. L’intelligenza artificiale può essere utilissima sia nell’organizzazione dell’ufficio, sia nella ricerca giurisprudenziale che è accelerata, ma questo senza condizionare il magistrato, il quale è sempre riservato alla decisione finale e tantomeno senza sostituire l’intelligenza artificiale a quella che è l’intelligenza umana”, ha detto il ministro della Giustizia Carlo Nordio durante la conferenza stampa tenutasi a seguito del Consiglio dei Ministri sull’intelligenza artificiale.

Nordio è poi intervenuto in conferenza stampa al termine del Cdm che ha approvato il disegno di legge governativo sull’intelligenza artificiale e ha acceso i riflettori sulle ripercussioni sul suo dicastero. Il Guardasigilli ha evidenziato che l’AI non è né buona né cattiva ma neutrale come tutte quelli che costruisce l’uomo: “Lo dico perché si è diffuso il pensiero che possa sostituire un domani le attività dei giudici, invece cerchiamo di cogliere le opportunità”. L’effetto patologico può essere devastante, ha evidenziato Nordio, perchè può creare una realtà non virtuale ma reale, quindi attribuire a una persona atteggiamenti, comportamenti, idee e voce che possono creare danni: “Perciò è intervenuta una norma penale: chiunque cagiona un danno ingiusto alla persona inviando, cedendo, pubblicando o diffondendo senza il suo consenso immagini, video o voci alterati o falsificati mediante l’impiego di sistemi di intelligenza artificiale e idonei a indurre in inganno sulla loro genuinità, è punito con la reclusione da uno a cinque anni”.

“Chi diffonde senza il consenso video o immagini alterate con l’intelligenza artificiale, cagionando un danno ingiusto, è punito con la reclusione da 1 a 5 anni. L’aspetto penale può essere devastante perché può creare una realtà che non è più virtuale ma reale, può dare una rappresentazione di una persona realistica, non vignettistica o come fotomontaggio. Si può creare un mondo reale ancorchè virtuale. Allora per questo interviene la norma penale”.   

Il Ddl IA comprende anche un aspetto penale che riconosce il “reato per mezzo IA”, come nel caso di diffusione di immagini o video che cagionano danno. Cambia l’approccio del governo all’IA, che ora è disposto a investire circa 1 miliardo di euro, in vista del G7.

Il disegno di legge sul’IA, che ora dovrà passare al vaglio di Camera e Senato, prevede aggravanti per l’uso dell’IA in alcuni reati. Emerge infatti la necessità di tutelare il diritto d’autore, ma anche di lottare contro i deepfake. Non solo. Il ministro della Giustizia Nordio ha spiegando che l’uso insidioso dell’IA costituisce aggravante specifica per tutta una serie di reati, come sostituzione di persona, rialzo e ribasso fraudolento dei prezzi, truffa, frode informatica, riciclaggio, aggiotaggio. “Per questi reati l’uso della IA costituisce una aggravante perché è un mezzo dannatamente insidioso e purtroppo efficace. Nessuno si illude che la norma penale costituisca un deterrente assoluto ma colma un vuoto di tutela”, ha detto. Confermata anche la reclusione da 1 a 5 anni per chi diffonde senza il consenso video o immagini alterate con l’IA.

Nel testo viene confermato l’impianto di gestione delle responsabilità, con Agid (Agenzia per l’Italia digitale) che dovrà sovrintendere lo sviluppo dell’AI, l’applicazione negli enti pubblici e la certificazione e l’accreditamento di chi sviluppa algoritmi; e Acn (Agenzia per la cybersicurezza nazionale) che si occuperà invece dell’ispezione e sanzione in caso di illeciti.

L’aggravante per AI riguarda anche il diritto d’autore. Il ddl infatti obbliga tv, radio e piattaforme streaming ha inserire un bollino per identificare i contenuti realizzati o anche solo modificati con IA. Viene richiesto ai social di fornire sistemi di identificazione dei contenuti generati con IA.

Il disegno di legge introduce nuove regole sull’utilizzo dell’IA nel mondo del lavoro. Gli articoli 10, 11 e 12 prevedono proprio l’impatto sul mercato del lavoro e puntano a un utilizzo sicuro, affidabile e trasparente. L’idea è quella di non entrare in contrasto con la dignità umana, né di violare la riservatezza dei dati personali.

Per chi ha introdotto o introdurrà l’IA nel lavoro si dovrà seguire la regola del rispetto dei diritti dei lavoratori, facendo attenzione a non provocare discriminazioni. A questo scopo il ministero del Lavoro istituirà un osservatorio speciale per il monitoraggio degli impatti dell’IA sul lavoro, ma anche per garantire a tutti accesso alle informazioni necessarie per l’utilizzo delle nuove tecnologie con corsi di informazione adeguati al settore.

Anche per i liberi professionisti potrebbe cambiare qualcosa. Infatti è richiesto di informare i clienti in caso di utilizzo di IA, ma non è chiaro come potrà essere monitorato tale utilizzo.

Agevolazioni per chi ha competenze in IA e torna in Italia

L’articolo 20 del Ddl IA prevede di agevolare il rientro di chi ha studiato e lavorato in ambiti di intelligenza artificiale all’estero e così facendo investe sulle competenze (Meloni ha annunciato fino a 1 miliardo di euro per l’IA). Previsti anche corsi di formazione per i giovani e un aumento generale di studi sull’IA. Il ddl infatti presenta nuovi percorsi di formazione già a partire dalle superiori e istituti tecnici-superiori, ma anche nelle università e nelle Its Academy.

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