De Luca, prime insulta Don Patriciello, poi incolpa Giorgia Meloni di aver causato ‘un polverone’

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Per la sinistra  la solidarietà espressa dal centrodestra e dal governo a don Maurizio Patriciello, definito da De Luca “il Pippo Baudo dell’area nord di Napoli, con relativa frangetta”, è una colpa vista la sua partecipazione al convegno sul premierato con Giorgia Meloni.

De Luca, in una nota, ha chiarito che a scusarsi con don Patriciello non ci pensa proprio e, anzi, ha ritenuto di invitarlo ad avere “un po’ più ironia”, addossando al contempo la responsabilità del clamore suscitato dalle sue parole a Giorgia Meloni, la quale evidentemente ha avuto la colpa di solidarizzare con il parroco di Caivano, così come diffusamente hanno fatto.

“In relazione al polverone sollevato dall’on. Meloni, che non ha evidentemente nulla di serio di cui parlare, è utile precisare che la mia battuta non riguarda don Patriciello, ma la scorrettezza di chi ha strumentalizzato a fini di propaganda politica – quando ha presentato l’ipotesi di premierato – figure pubbliche che non c’entrano nulla con le riforme costituzionali”, si legge nel comunicato di De Luca. Insomma, il problema non è che lui, un rappresentante delle istituzioni, abbia irriso un prete minacciato dalla camorra, ma che Meloni lo abbia difeso e, prima ancora, che l’abbia avuto in platea al convegno sul premierato.

“Quanto a don Patriciello, sia detto con il massimo rispetto, ma con assoluta e definitiva chiarezza, che apprezziamo le sue battaglie, ma che non ha il monopolio della lotta contro la camorra”, si legge ancora nella nota di De Luca, che ha anche voluto suggerire “a don Patriciello, amichevolmente, di avere un po’ più di ironia, soprattutto quando ci si presenta non sul piano dei rapporti istituzionali relativi alla tutela del nostro territorio, ma sul piano improprio della politica politicante”.

La nota è arrivata dopo che don Patriciello, intervistato sulle parole di De Luca, aveva ricordato di essere stato già oggetto di gravi intimidazioni, compresa una bomba nei pressi della parrocchia, da parte della criminalità organizzata. “Se mi hanno messo una bomba fuori dalla parrocchia anni fa, ora questa stessa gente si sentirà incoraggiata. Possibile che De Luca non se ne sia reso conto?”, sono state le parole del parroco, che rispondendo ai cronisti aveva anche rivelato di non aver ricevuto scuse dal governatore.

Il capogruppo Pd in Commissione Antimafia biasimando in modo leggero le parole di De Luca, concludendo che siccome sono state molte allora non possono essere autentiche: “Don Patriciello è da anni un simbolo dell’impegno contro la criminalità organizzata. Per questo secondo me sono da evitare nei suoi confronti espressioni e battute, anche se ironiche e riferite ad altri contesti, che possono delegittimare la sua figura e il suo impegno”, ha premesso Verini, aggiungendo che “il presidente De Luca conosce l’impegno di Don Patriciello, e proprio per questo la sua battuta non mi è piaciuta. Meglio continuare a concentrarsi sulla giusta battaglia che da tempo il Presidente conduce contro il governo e le sue scelte dannose per il Sud. Capisco certe reazioni di esponenti della destra alle battute di De Luca. Ma quando queste reazioni, dalla Meloni in giù – ha sostenuto Verini – sono decine e decine, diventando seriali, diventano sospette e perdono autenticità”.

Don Patriciello si dice  “contento della solidarietà della Meloni. Ora per una questione civile e democratica – ha aggiunto – sarebbe bello che la stessa solidarietà arrivasse anche dalla Schlein e da Conte perché questa offesa è fatta all’uomo, al prete, ad una persona innocente. Ora i camorristi si sentiranno incoraggiati, De Luca non si rende conto?

Don Patriciello, allo stato attuale, ha ricevuto una solidarietà diffusa da parte del centrodestra e del governo, ma non dall’opposizione, rimasta silente nonostante l’attacco scomposto di De Luca sia stato indirizzato verso un uomo che è già nel mirino per il suo impegno anti mafia e intorno al quale, a maggior ragione, le istituzioni dovrebbero essere le prime a compattarsi. Un aspetto fatto presente dallo stesso parroco: “Se mi hanno messo una bomba fuori dalla parrocchia anni fa, ora questa stessa gente si sentirà incoraggiata. Possibile che De Luca non se ne sia reso conto?”.

Parole “spaventose”, le ha definite Giorgia Meloni, “contro un prete, un uomo che cerca di combattere la camorra e dare risposte alle famiglie perbene dove quelli come De Luca non sono riusciti a farlo, o non hanno voluto farlo. Padre Maurizio – rimarca la leader di Fdi – vive sotto scorta perché è diventato un obiettivo dei camorristi che non gradiscono la sua tenacia nell’allontanare i giovani dalla droga e dalla criminalità. Invece di aiutare Padre Maurizio, fargli sentire il sostegno delle istituzioni, De Luca lo deride, e così facendo dà un segnale spaventoso. Voglio dire a Padre Maurizio che lo Stato c’è, al suo fianco. Che non è solo. E che gli uomini e le donne che non hanno scambiato le istituzioni per il palcoscenico di un cabaret, ma svolgono il loro compito con disciplina e onore, conoscono e riconoscono il valore dei suoi sacrifici’.

Don Patriciello spiega: ‘alle offese e minacce, larvate o meno, ci sono abituato da tempo. Non a caso, da due anni vivo sotto scorta. Un conto, però, è quando arrivano dai camorristi, ben altra cosa, invece, quando a pugnalarti a tradimento è una persona come lei, governatore De Luca. Fa niente. Offro al Signore anche questa mortificazione. Sono un prete, non dimentico mai che se il chicco di grano caduto in terra non muore, la spiga non nasce’.

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