Nel Movimento la resa dei conti è alla partenza. Virginia Raggi, Roberto Fico e “Dibba”, sono pronti a schierarsi con Grillo nella battaglia contro l’avvocato del popolo. Di Battista, venerdì 28 giugno consegnerà in Senato le firme raccolte per chiedere il riconoscimento dello Stato di Palestina. L’appuntamento è in Piazza delle Cinque Lune, per contarsi e far sentire la loro presenza all’ex premier. Sul fronte opposto i contiani di ferro, Patuanelli, Todde, Maiorino, che temono passi indietro.
La Raggi si esprime serenamente: “Mi sono limitata a porre dei temi. Non era mia intenzione attaccare Giuseppe Conte nella sua persona. E non ho insidiato la sua leadership, cosa a cui non sono interessata”. Così in queste ore l’ex sindaca di Roma finita nella bufera per alcuni colloqui riportati dai media sulle sconfitte alle europee. L’ex sindaca in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera il 17 giugno ha invocato un “ritorno alle origini” del movimento e ha lamentato che la creatura fondata da Grillo e Casaleggio si è “chiusa in se stessa”.
La sconfitta elettorale, il dato più basso dal 2013, ha riaperto antiche ferite. La vecchia guardia torna a ruggire con Grillo che smania per riprendere in mano il movimento. E tornare alle idee radicali e visionarie di una volta, al di fuori degli steccati destra-sinistra che invece imprigionano Conte. “Ha preso più voti Berlusconi da morto che Conte da vivo”, è stata la battuta velenosa di Grillo che ha aperto la sfida, con la risposta piccata del presidente 5Stelle. Poi si è auto-intervistato sul blog ribadendo l’importanza della regola dei due mandati.
“È un principio fondativo M5s”, scalpita Grillo, anzi, dovrebbe diventare principio costituzionale”. Solo solo tre i punti in comune con l’amico-nemico, a partire dalla guerra (“Come si fa ad essere d’accordo con la guerra?”, ironizza il comico). Molti dei protagonisti delle origini (Raggi, Toninelli e Fico), però, hanno giù alle spalle due mandati e questo complica la matassa. L’unico con un solo mandato è Di Battista che, come detto, per il 28 giugno ha convocato una manifestazione davanti al Senato. Prima vedrà la Raggi per fare il punto e tentare l’operazione defenestrazione di Conte. Tra i fedeli al capo spicca la governatrice della Sardegna, Alessandra Todde: “Mi sono stufata di certa gente”. “Sembra un progetto di rivalsa – fa eco la senatrice Maiorino – ma la base degli attivisti è con noi, anche sulla regola del doppio mandato”.