Don Bosco 2000: Giorno della Memoria: dai lager nazisti ai lager libici: il pericolo di una memoria dimenticata

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In occasione del Giorno della Memoria, il nostro pensiero si rivolge alle vittime dell’Olocausto e alle atrocità commesse nei lager nazisti.

“Questa ricorrenza non può essere solo un momento per guardare al passato: deve servire a interpretare le ombre del presente e ad agire per evitarne la ripetizione” dice in apertura Agostino Sella, presidente di don Bosco 2000.

Infatti, negli anni che precedettero la Seconda Guerra Mondiale, il ministro della propaganda nazista Joseph Goebbels non solo giustificò l’orrore dei lager, ma costruì un sistema ideologico per disumanizzare interi popoli, spianando la strada alla Shoah.

“Oggi, nella nostra epoca, vediamo figure come Osama al-Masri, comandante dei lager libici, continuare la gestione di strutture dove torture, stupri e schiavitù sono la norma. La differenza? Goebbels fu giudicato e condannato dalla Storia, mentre al-Mastri, anziché essere consegnato alla giustizia internazionale, è stato rimandato in Libia, libero di perpetrare le stesse atrocità contro chi fugge da guerre, povertà e persecuzioni” denuncia Agostino Sella.

È evidente un parallelismo inquietante: ieri i lager nazisti, oggi i centri di detenzione in Libia o i CPR italiani, dove i migranti vengono detenuti in condizioni disumane, spesso sedati con psicofarmaci per spegnere ogni resistenza.

“Non si possono chiudere gli occhi di fronte a una realtà che ci interpella direttamente: stiamo ripetendo gli stessi errori che ci ripromettiamo di non dimenticare. Ma non basta guardare ai lager: la disumanità si manifesta anche nella guerra che infuria in Palestina. Mentre ricordiamo le vittime dell’Olocausto, non possiamo ignorare la sofferenza di un popolo a cui, giorno dopo giorno, vengono negati i diritti fondamentali” aggiunge ancora il presidente Sella.

Oggi come allora, la società occidentale rischia di avere “il prosciutto sugli occhi,” incapace di riconoscere i segnali di un’umanità che si disgrega. Ricordare la Shoah non è sufficiente se non ci porta a denunciare con forza le nuove forme di discriminazione, deportazione e annientamento.

Don Bosco 2000, da anni impegnata nell’accoglienza e nella cooperazione internazionale, invita tutti a una riflessione profonda. Ricordare non significa solo commemorare le vittime, ma assumersi la responsabilità di agire per evitare che l’orrore si ripeta, in Libia, in Palestina o nei CPR italiani. Non possiamo restare in silenzio di fronte a una memoria che rischia di essere tradita.

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