Don Bosco 2000: ‘Non piovano più bombe su Gaza’

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L’Associazione Don Bosco 2000 lancia un accorato appello per la fine delle ostilità nella Striscia di Gaza e invita le parti in conflitto a scegliere la strada della saggezza e della lungimiranza politica.

“Le radici di questa guerra sono profonde e complesse, ma devono essere estirpate se vogliamo costruire un futuro di pace”, afferma Agostino Sella, presidente dell’Associazione.

Quella a cui stiamo assistendo è una tregua fragile, una pausa che rischia di non tradursi in un vero cessate il fuoco. “Le minacce di Netanyahu non preannunciano nulla di buono – continua Sella – la tregua è solo un momento di sospensione. Il conflitto non si è mai davvero arrestato. Serve ricreare leadership capaci e favorire un dialogo proficuo tra le parti”.

Anche il cardinale Pierbattista Pizzaballa ha sottolineato la precarietà di questa tregua, riconoscendola come una svolta importante ma dalle basi ancora fragili. È essenziale incoraggiare ogni sforzo per superare le divisioni: il popolo di Gaza ha bisogno di pace, e gli ostaggi israeliani devono tornare a casa dai loro cari.

È il momento di lavorare per un autentico riconoscimento reciproco tra Palestina e Israele. In questa terra viva e giovane, la pace non deve essere un miraggio, ma una realtà concreta e duratura.

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