Dopo la morte di Hassan Nasrallah che farà l’ Iran ?

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Con la morte di Nasrallah Israele ha decapitato la cupola di comando di Hezbollah. Ora il grande interrogativo in Medio Oriente è: ” Che farà l’ Iran? Il regime degli Ayatollah fa trasparire i segnali contraddittori che affliggono il regime e finiscono per incidere anche sul destino della Guida Suprema, Alì Khamenei. Oggi l’ Iran ha fallito l’obiettivo che ha perseguito negli ultimi anni: chiudere Israele in una morsa di nemici finanziati e armati da Teheran.Anzi è stato un boomerang. La disfatta di Hezbollah, il movimento sciita che il regime iraniano ha sostenuto per quarant’anni in funzione anti israeliana, ha subito colpi mortali con la decimazione dei suoi capi più importanti, ultimo Nasrallah, costituisce la prova inconfutabile della strategia del regime degli Ayatollah. A questo punto i vertici iraniani devono riequilibrare la strategia contro Israele. Ma ad oggi i segnali che giungono è che non ci sono accordi su come metterla in atto. Alcune fonti ben informate riferiscono che si è aperta una spaccatura tra l’ ala più intransigente, che vorrebbe una risposta dura contro Israele, e l’ ala più moderata che al contrario è favorevole a prendere tempo ed evitare che si inneschi la miccia di una guerra regionale, che l’ Iran con un’ economia a pezzi e una società in fermento che mal sopporta il regime oppressivo, che alla fine potrebbe travolgere il regime. Khamenei, dopo l’ uccisione di Nasrallah, ha convocato il Consiglio Supremo per discutere la risposta da mettere in atto contro Israele; alla fine sembra debba prevalere una linea attendista perché , sempre secondo quanto riferiscono alcune fonti, saranno le cosiddette forze di resistenza con a capo Hezbollah, a guidare quella che sarà la reazione contro Israele, ma non direttamente l’ Iran. Una sorta di mal celata ambiguità sembra ormai avvolgere come un ombra la leadership iraniana: l’ Iran non andrà direttamente in guerra ma sosterrà i gruppi anti israeliani, né ridurrà la tensione con l’ Occidente. L’ ala dura del regime, invece, sostiene la necessità di colpire Israele, prima che lo faccia per primo. In sintesi l’ Iran non deve più combattere una guerra per procura contro lo Stato ebraico, ma andare allo scontro diretto. Questo scontro tra fazioni , sembra essere davvero il preludio a un cambio di regime. Ma per cambiare regime occorre un leader capace di rovesciare un regime gestito da ottuagenari e incollati ad un passato ideologico non più sostenibile.

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