Droga – Neanche le restrizioni covid hanno fermato i traffici

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Il duro colpo inflitto ieri dallo Stato al sistema dello spaccio del nord barese e del foggiano ha dimostrato che neanche le eccezionali e stringenti restrizioni, alla circolazione di persone e mezzi, imposte dal governo nazionale durante il periodo covid hanno fermato o rallentato le attività di spaccio del sodalizio criminale che è stato smantellato ieri mattina dalla Direzione distrettuale antimafia di Foggia. “Durante il look down, per strada, praticamente, c’eravamo solo noi investigatori e loro, gli spacciatori e molte volte, data la particolare condizione nella quale ci siano trovati a operare, ci siamo visti seminare durante alcuni inseguimenti”, ha spiegato il colonnello Paolo Iannucci, capo della Dia di Foggia, che poi ha voluto rimarcare come “Una operazione, questa, che è iniziata pochi mesi dopo l’istituzione della sezione di capitanata dell’organizzazione investigativa che fu ideata da Giovanni Falcone”, ci ha tenuto a sottolineare il procuratore distrettuale antimafia Roberto Rossi che ha voluto evidenziare come “il risultato ottenuto, in questo caso, è stato il frutto di una grande operazione sinergica di risorse messe in campo con grande professionalità e molta dedizione”. A far eco al procuratore è stato il capo centro, Roberto Di Mascio che ha voluto porre l’accento sui risultati spiegando che “le indagini hanno consentito di documentare e di raccogliere un solido quadro probatorio a carico dell’associazione indagata che nel periodo, tra luglio 2020 e novembre 2021, ha distribuito sul mercato illecito oltre venti chilogrammi di cocaina purissima equivalenti a oltre 83 mila dosi per un valore complessivo stimato in oltre circa sei milioni e seicentomila euro”. Una indagine quella degli investigatori antimafia che li ha portati a scoprire anche il sistema di arrivo delle sostanze stupefacenti che “molto spesso venivano sequestrate per ingenti quantità, cosa che per l’organizzazione, a dispetto di quanto sarebbe potuto succedere a una impresa normale che esercita un’attività legale, non creava alcun problema facendosi trovare pronta per acquistare e smerciare un altro ingente carico”, ha rimarcato il procuratore aggiunto Francesco Giannella.

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