La Germania cambia la sua Costituzione per togliere il freno al debito. Il prossimo Cancelliere ,il popolare Merz , avrà a disposizione centinaia di miliardi da destinare alla sicurezza e alla difesa. Nelle stesse ore il Parlamento italiano discuteva la posizione del Governo, guidato da Giorgia Meloni, da tenere in seno al Consiglio d’ Europa. Con una differenza, non da poco, che il nostro enorme debito, non ci permette ampi margini di azione. La Premier che ha assunto la postura di un esperto acrobata , è riuscita nella sua relazione a seguire un filo logico, grazie anche alla risoluzione comune espressa dai partiti che formano la maggioranza. La partita, però, non finisce qui perché la Lega conserva tutte le sue riserve sul piano della von der Leyen. C’ è da dire , per dovere di onestà, che la Premier, almeno in questa prima fase non si è indebolita e si è presentata , giovedì, al Consiglio d’ Europa, forte di una stabilità interna confermata. Forte anche di una politica estera e di sicurezza che in questi due anni e mezzo di governo ha avuto come perno la difesa dell’ Ucraina, all’ interno di un rapporto euro-atlantico . L’ Europa ha bisogno degli Usa e viceversa. Ma l’ America di Donald Trump, rappresenta un salto nel buio e Giorgia Meloni, al riguardo, tace. In sostanza gli Usa con Trump alla Casa Bianca si stanno ritirando dall’ Europa che a questo punto ha l’ onere di rafforzare i propri confini. E questa è la nota dolens . Giorgia Meloni non si riconoscerà mai nell’ idea di Europa che ha l’ opposizione. Preferisce difendere la Nato , nonostante Trump, e non crede che Trump possa mettere in pericolo la democrazia americana. Quindi si tratta di rinforzare l’ Europa dal punto di vista di una difesa comune, ma sempre all’ interno di un’ Alleanza Atlantica. Per rendere esecutivo il progetto von der Leyen, occorrono tempi lunghi e correzioni in corso d’ opera. Il dato che più risalta ed amareggia è che nel nostro Paese, sul tema della politica di sicurezza non esiste un minimo di solidarietà trasversale, perché gli opposti schieramenti rimangono confinati nel loro bipolarismo ingessato. L’ unica voce , fuori dal coro, è quella di Carlo Calenda che parla come il capo di un grande partito di opposizione di un Paese maturo, purtroppo è a capo di un piccolo partito.
Due momenti diversi in un giorno della storia d’ Europa
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