E’ credibile il percorso costruito da Starmer e Macron per la pace in Ucraina alternativo alla Casa Bianca?

Date:

Il leader laburista, Keir Starmer, assieme a Emmanuel Macron, sta costruendo un percorso europeo alternativo a Donald Trump, che preveda anch’essa una ‘’pace duratura e giusta’’, anche bruciando i tempi e i metodi di altre cancellerie, partendo da Roma. Giorgia Meloni non ha voglia di accodarsi a questa strategia visto che vorrebbe bypassare l’America. Quando la premier siede nello studio di Starmer, pronuncia alcune frasi di circostanza sull’Ucraina, ma più che schierarsi con Zelensky o contro Putin, sceglie di appellarsi all’unità transatlantica: ‘’Penso che sia molto importante evitare il rischio che l’Occidente si divida. Ho proposto una riunione tra gli Stati Uniti e i leader europei perché se ci dividiamo saremo tutti più deboli. E penso che in questo il Regno Unito e l’Italia possano svolgere un ruolo importante nella costruzione di ponti”.

Tralasciando l’incontro-scontro di venerdì alla Casa Bianca tra Trump e Zelensky è opportuno osservare le foto del presidente ucraino con il premier Starmer, entrambi sorridenti, che spopolano sui media. Zelensky appare felice insieme al leader britannico, che gli promette sostegno incondizionato contro la Russia. Atteggiamento ben diverso rispetto a quello avuto con il presidente degli Stati Uniti, pronto invece ad aprire un tavolo di trattive con Putin. E’ forse questa la chiave di lettura della provocatoria posizione di Zelensky nello Studio Ovale?
Starmer, dopo il summit con i leader europei, ha proclamato: ”Abbiamo concordato che il Regno Unito, insieme alla Francia e forse due o tre altre nazioni, lavorerà con l’Ucraina per fermare i combattimenti. Poi discuteremo del nostro piano con gli Stati Uniti”.

Macron ha invece “auspicato finanziamenti massici europei per una difesa comune”. Questo fa intendere che Macron e Starmer si autoproclamano attori principali nel trattare con Trump a nome dell’Ucraina. Si pensa male se immaginiamo che questa soluzione sia stata annunciata in precedenza a Zelensky con la rassicurazione di ulteriore sostegno nella guerra alla Russia?

Il video integrale dell’incontro mostra inizialmente volti distesi e sorrisi di circostanza. Sostanzialmente appare un clima sereno, amichevole, anche perché in realtà il viaggio di Zelensky a Washington doveva essere solo la proclamazione ufficiale di quanto già stabilito, ovvero che gli Stati Uniti di Trump avrebbero aperto un tavolo di trattative con Putin per fermare la guerra. Non a caso c’era la stampa. Zelensky nelle prime immagini è sorridente, arriva alla Casa Bianca indossando la sua solita divisa militare (al fronte non c’è mai stato), stringe mani a destra e a manca e non si sottrae a qualche battuta di spirito con il padrone di casa. Poi, inspiegabilmente, Zelensky parte con una serie di interrogativi sulla capacità degli Usa di fermare Putin, ripetendo a memoria quanto detto da Starmer dopo il summit europeo: “Già nel passato Putin ha firmato accordi che non ha mantenuto… Se riuscirete a fermare Putin, questa cosa dovrebbe essere affissa sulle mura di questo palazzo (Casa Bianca)”. In sintesi Zelensky dice a Trump: “tu non sarai rispettato”.

Zelensky, si è fatto inviare in tre anni di guerra 114 miliardi di dollari dagli USA e 113,1 dall’Europa, ma perché Zelensky si sente così sicuro, al punto da sbeffeggiare il presidente degli Stati Uniti in casa sua? Il presidente dell’Ucraina, che rimarrà tale fino a guerra in corsa, sapeva già dell’appoggio incondizionato dell’Europa. Un sostegno incondizionato alla guerra dichiarato proprio da Starmer. “Stiamo valutando di inviare un esercito europeo (di volontari) in Ucraina – ha detto il primo ministro britannico – per difendere i confini del paese dilaniato dalla guerra”. La missione di Zelensky alla Casa Bianca può essere riassunta in questo modo: “Vai a Washington, mostra le foto di morti e feriti e fai la vittima del ‘bullo’ Trump”. E così è stato.

Zelensky ha provocato e sbeffeggiato il governo americano, dando vita ad una escalation di botta e risposta con il presidente Trump e il vice Vance. Scene che hanno mortificato la diplomazia e il rispetto istituzionale dovuto alla più grande democrazia dell’Occidente. E’ stato allontanato un processo di pace che solo gli Stati Uniti possono avviare con Putin.

C’era anche Oksana Markova, ambasciatrice ucraina negli Stati Uniti, tra le persone sedute in prima fila nello Studio Ovale mentre andava in scena l’acceso diverbio di Volodymyr Zelensky con Donald Trump e il suo vice J.D. Vance. La sua reazione – mani nei capelli, viso arrossato, sguardo rivolto verso il pavimento – non è passata inosservata alle decine di giornalisti presenti alla Casa Bianca. I video che riprendono Markova durante quell’evento sono diventati virali sui social e rappresentano per certi versi la disperazione e l’incredulità con cui la leadership ucraina ha reagito allo scontro tra Trump e Zelensky a Washington. Ora, scrive il Corriere della Sera, Oksana Markova rischia addirittura il posto.

«Non ha fatto il suo lavoro. Perché non ha cercato di impedire che Zelensky parlasse in inglese alla conferenza stampa?», si chiedono ambienti del governo ucraino all’indomani dello scontro diplomatico andato in scena dentro lo Studio Ovale. Secondo alcuni esponenti della leadership di Kiev, insomma, è colpa di Markova se il presidente ucraino è stato umiliato e maltrattato verbalmente in diretta televisiva da Trump e Vance e, per questo, dovrebbe essere richiamata al più presto. Secondo fonti del governo di Kiev consultate dal Corriere, l’ambasciatrice avrebbe dovuto insistere affinché Zelensky non parlasse in inglese – una lingua che ha appreso solo negli ultimi anni e con cui ha poca dimestichezza – e fosse affiancato da un traduttore, così da riuscire a difendersi meglio dalle accuse della controparte americana.

La portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova si è spinta fino a suggerire che Zelensky è stato fortunato a lasciare lo Studio Ovale senza più di semplici parole dure, dipingendolo come una figura ingrata che morde la mano che lo sostiene.
I commentatori della linea dura a Mosca hanno trasmesso con entusiasmo l’incidente alla Casa Bianca, definendolo un punto di svolta che avrebbe accelerato la caduta politica di Zelensky e indebolito ulteriormente la posizione dell’Ucraina sulla scena globale.

Con Trump che mette apertamente in discussione la legittimità di Zelensky, il Cremlino vede nuove opportunità per spingere la sua narrativa secondo cui la leadership ucraina sta vacillando e che gli aiuti militari dovrebbero essere abbandonati. Per ora, resta da vedere come questo drammatico episodio modellerà i fragili equilibri di potere nella regione.

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here

Condividi post:

Sottoscrivi

Popolare

Articoli Correlati
Articoli Correlati

Meloni sente Trump e vola a Londra, invitata da Starmer, per una mediazione che ponga fine alla guerra in Ucraina

Giorgia Meloni impegnata in prima fila in una mediazione...

Ucraina-Usa, gli italiani stanno con Zelensky

Il drammatico scontro alla Casa Bianca fra i presidenti...

Scontro tra Trump e Zelensky: ‘Tu giochi con la terza Guerra Mondiale’

Duro scambio tra Donald Trump e Volodymyr Zelensky allo...