Elezioni Emilia Romagna, a Ferrara undici liste e 43 candidati per tre posti

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 Ancora più di altre Regionali, nella campagna elettorale che porta alle urne di oggi e domani è risultato faticoso focalizzare l’interesse dei ferraresi sul confronto politico. Il dibattito si è più che altro polarizzato sulle crisi industriali esplose a poche settimane dal voto, Berco e Rexnord anzitutto, e su qualche tema con risvolti locali importanti, come sanità-ospedali o strade. Il rischio astensionismo, insomma, appare alto in un territorio che negli ultimi anni sembra essersi allontanato dalla “capitale” regionale, anche (ma non solo) per ragioni politico-elettorali. Quello che si è visto in queste settimane, dunque, è stata la corsa dei candidati con qualche concreta chance di entrare in Consiglio e magari in giunta regionale, ovvero l’intero pacchetto dem, gli uomini di punta di Fratelli d’Italia e di Forza Italia, qualche candidato civico, la sinistra dentro e fuori dai poli, una spruzzata di M5s. La stessa Lega, che pure ha potuto sfruttare la scia di un Matteo Salvini che anche stavolta non ha mancato di fare visita a Ferrara, ha messo in campo il suo “peso massimo” locale, cioè il sindaco Alan Fabbri, solo all’ultima curva. Del resto i posti in consiglio regionale per i ferraresi sono tre, certificati dalla dimensione demografica del territorio, e in giunta ne salirà uno, se vince il centrosinistra, mentre i pesi del centrodestra non sono stati mai misurati, ma non dovrebbero discostarsi di molto

Il Movimento 5 Stelle ha selezionato i suoi candidati nel solito modo, e ha cercato più che altro di mantenere alta l’attenzione sui temi più che sulle persone. Tra i Riformisti Alberto Bova si è fatto convincere a scendere ancora una volta in campo, e l’impegno ce l’ha messo anche stavolta. Molto fermento nella lista composta da Alleanza verdi-sinistra, i civici di Anselmo e Possibile, che con Sara Tramarin ha cercato di farsi vedere nel Centese, mentre i Civici con de Pascale hanno presentato solo tre candidati.

Ugolini si fa in quattro Piuttosto presente nel Ferrarese la candidata del centrodestra, puntando ad un buon risultato sulla scia dei successi alle amministrative della coalizione. Si è appoggiata più sulla componente centrista, con la sua civica che ha potuto contare sul nucleo originario di centesi dei quali Valeria Balboni è espressione, inglobando poi i fabbriani cittadini con Milena Zaggia, molto attiva sul fronte sanità e risparmiatori (dal quale proviene, come ex Carife). Nella Lega Fabio Bergamini, consigliere regionale uscente, non ha potuto contare su di un partito strutturato in tutto il territorio, viste le difficoltà incontrate con le lotte intestine e le scissioni delle amministrative, e viene dato come possibile riconferma solo in caso di vittoria di Ugolini. Questo perché Fratelli d’Italia è largamente avanti nei sondaggi, e schiera il suo leader provinciale, Alessandro Balboni, per il posto sicuramente destinato al centrodestra: tutto da vedere che lasci il posto da vicesindaco, però, quindi ci potrebbe essere spazio per un attivissimo Fausto Gianella, ad esempio. In Forza Italia sperano tutti, anche il cattolico Francesco Fersini.

Con Serra Il candidato della sinistra radicale si è fatto vivo più volte ed è sostenuto da candidati non tra i volti storici: anche qui spazio più ai temi che ai volti.

Teodori c’è Il ferrarese ex leghista, passato alla galassia no vax, è stata la sorpresa delle candidature a presidente, ed è l’unico profilo conosciuto del suo campo, per esperienza politica. Punta a sparigliare le carte.

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