Giorgia Meloni: “Schiava di Trump”, “Ha scelto Vance”, “traditrice”, “governo disastroso”: questi i commenti del giorno da parte del campo largo, ormai liquefatto. Le sinistre oggi accusano la presidente del Consiglio di non tutelare gli interessi nazionali e di andare al guinzaglio del presidente Usa, ovviamente parliamo di chi storicamente ha sempre anteposto le rappresaglie politiche all’unità nella postura internazionale.
L’intervista esclusiva al Financial Times di Giorgia Meloni, all’indomani del summit parigino dei ‘volenterosi’, scatena la rabbia delle opposizioni. Divisi tra europeismo di ritorno, pacifismo senza se e senza ma e rigurgiti putiniani in odio al nemico tycoon, le sinistre trovano un briciolo di compattezza nel processare la premier. In primis è stata accusata di essere fuggita dal vertice di Parigi senza rilasciare dichiarazioni alla stampa, con l’ultima colpa di aver chiarito la posizione del governo italiano che lavora per rafforzare il legame euroatlantico
Elly Schlein intona la solita litanìa: “Agli italiani dovrà spiegare perché ha scelto Trump come primo alleato. Il governo Meloni si sta trasformando giorno dopo giorno nel ‘cavallo di Troia‘ dell’amministrazione Trump all’interno dell’Unione europea. Oggi è più chiaro che mai, ha scelto di indossare il cappellino Maga, ammainando di fatto da palazzo Chigi la bandiera italiana e quella europea”. Poi, il commento invasato di Lia Quartapelle: “Le parole del presidente Trump che definisce gli europei ‘parassiti’ sono di una gravità inaudita. Ancora più grave, però, la presa di posizione di Giorgia Meloni. Che invece di difendere l’Italia e l’Europa, ha scelto di schierarsi con l’amministrazione Usa. Dove è finito il patriottismo della presidente Meloni?”, incalza Quartapelle.
Peccato che la premier abbia detto esattamente il contrario, ma questo per le opposizioni ululanti è un dettaglio. Dopo aver comunicato che chiedere di scegliere tra Europa e Trump è infantile, la premier ha chiarito. “Sono conservatrice, Trump è un leader repubblicano. Di sicuro sono più vicina a lui che a molti altri, ma capisco un leader che difende i suoi interessi nazionali. Io difendo i miei”. Si sveglia anche Giuseppe Conte. “Meloni, dopo i bacetti da Biden a suon di invii di armi, ora manda cuoricini a Trump sui giornali internazionali sperando di farsi ricevere anche lei alla Casa Bianca. Che brutta fine i patrioti”.
La premier Giorgia Meloni nellintervista al Financial Times ha affrontato temi cruciali per il futuro delle relazioni internazionali dell’Italia, in particolare le dinamiche tra gli Stati Uniti e l’Europa. L’intervista si è concentrata sull’importanza di non far entrare l’Italia in un gioco di schieramenti tra i due grandi blocchi, considerato, secondo Meloni, un errore “infantile” e “superficiale”. L’obiettivo principale della premier, infatti, sarebbe quello di mantenere una posizione di equilibrio, che non danneggi gli interessi del Paese, ma che allo stesso tempo rispetti le alleanze internazionali fondamentali per l’Italia.
Un tema centrale dell’intervista riguarda proprio la possibilità di una scelta tra Stati Uniti ed Europa, che alcuni osservatori avevano ipotizzato come necessario per l’Italia. Meloni ha fermamente respinto questa visione, definendola una posizione “infantile”, spiegando che in una realtà geopolitica così complessa, l’Italia deve navigare con attenzione e debba quindi evitare di schierarsi nettamente da una parte, ma cercando di mantenere un equilibrio che le consenta di difendere i propri interessi senza compromettere le alleanze strategiche.
“Non si tratta di scegliere tra due blocchi”, ha sottolineato, ribadendo che l’Italia ha interesse a mantenere forti legami sia con gli Stati Uniti che con l’Europa. La leader di Fratelli d’Italia ha quindi insistito sul fatto che la sua politica estera non vedrà l’Italia sacrificare il rapporto con uno dei due, ma piuttosto lavorerà per superare le tensioni che esistono tra Washington e Bruxelles, con l’obiettivo di promuovere “una politica di cooperazione che sia vantaggiosa per il Paese e per l’Unione Europea”.
La premier ha poi risposto alle recenti critiche di Donald Trump all’Europa, un tema che ha suscitato ampie discussioni, soprattutto in relazione alla sua amministrazione: pur riconoscendo le difficoltà politiche e sociali che attraversano il continente europeo, Meloni ha spiegato che non crede che le lamentele del presidente degli Stati Uniti siano indirizzate alla popolazione europea, ma piuttosto alla classe dirigente; secondo la premier, Trump ha messo in evidenza l’incapacità dell’Europa di affrontare le proprie sfide senza dover imporre soluzioni ideologiche: “I suoi attacchi non sono mai stati rivolti al popolo europeo, ma alla sua classe dirigente”, ha dichiarato Meloni. La premier ha affermato poi anche di condividere in parte le critiche di JD Vance, vicepresidente degli Stati Uniti, che ha accusato l’Europa di essersi “persa” nel suo ruolo internazionale, dimenticando i suoi principi di libertà e democrazia. Secondo Meloni, l’Europa deve “riprendere il suo cammino, basato su valori concreti e non su ideologie, per tornare a svolgere un ruolo di guida nel mondo”.
Il protezionismo americano: una sfida per l’Europa
Un tema delicato sollevato nell’intervista è poi quello del protezionismo commerciale, che, secondo Meloni sta caratterizzando le politiche economiche degli Stati Uniti già dalla presidenza Joe Biden. La premier ha ricordato che il protezionismo non è infatti una novità sotto Trump, ma è un fenomeno che risale a diverse amministrazioni statunitensi: le politiche protezionistiche, come quelle relative all’Inflation Reduction Act di Biden, sarebbero, secondo la premier “l’ennesima dimostrazione di una tendenza che va ben oltre la presidenza Trump”. Meloni ha poi messo in evidenza come le lamentele degli Stati Uniti sulla difesa e sul commercio non siano una novità, ma una continua richiesta di maggiore impegno da parte dell’Europa.
La premier ha sottolineato poi che l’Italia, pur continuando a rispettare i suoi alleati, deve fare i conti con una situazione economica complessa, che non può permettersi di ignorare; il protezionismo, quindi, rappresenterebbe una sfida, ma anche “una spinta per l’Europa a rafforzare la propria autonomia economica e difensiva”.
La difesa europea: stimolo dalle critiche di TrumpL’Italia e la stabilità politica interna
Oltre agli aspetti internazionali, la premier Meloni ha parlato anche della stabilità politica interna dell’Italia, tema che ha assunto particolare rilevanza dopo il suo insediamento nel 2022. La premier ha sottolineato che il suo governo è il quinto più longevo nella storia del Dopoguerra, testimonianza quindi della solidità che ha portato nel panorama politico italiano. La gestione fiscale “prudente” avrebbe poi inoltre inoltre rassicurato i mercati finanziari, nonostante l’alto livello del debito pubblico italiano.
“L’Europa è sempre stata un progetto di pace e sarà sempre un progetto di pace. Ma bisogna essere forti per mantenere la pace”. A sottolinearlo, in un’intervista al ‘Corriere della Sera‘, è la presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, che spegne anche le polemiche – e le lagne – dell’opposizione e della Schlein sul presunto “vassallaggio” dell’Italia della Meloni agli Usa di Trump. Von der Leyen ha un’idea precisa di quanto sta accadendo. Il piano Readiness 2030, spiega, “copre un ambito più ampio, che guarda le diverse dimensioni della sicurezza e gli strumenti per mantenere la pace. Questo è l’approccio principale”. “Readiness 2030 – aggiunge – è un massiccio piano di investimenti in innovazione, in ricerca e sviluppo, in startup innovative. E l’Italia ne trarrà un grande beneficio, perché ha una base industriale della difesa molto rinomata e forte. È un programma di investimenti che aumenterà la prosperità. E questo va a vantaggio dell’economia e della società italiane, ma anche delle infrastrutture al servizio delle persone, come gli ospedali”.
Quanto infine a Donald Trump, ai buoni rapporti esistenti tra il presidente americano e la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, “penso che questo sia molto positivo”, afferma. “Conosco Giorgia Meloni come leader forte e appassionata, con un ruolo molto importante a livello europeo, ed è positivo – spiega – che abbia un rapporto diretto. Più legami ci sono tra le due sponde dell’Atlantico, meglio è. Sono nostri partner e alleati da 75 anni, e sono convinta che questa relazione terrà. Abbiamo punti di vista diversi su questioni specifiche, ad esempio sul commercio, ma abbiamo anche valori condivisi e forti interessi comuni. Credo in un dialogo costruttivo e lavoro duramente per questo”. Per Von der Leyen, il piano Readiness 2030 andrà “a vantaggio dell’economia e della società italiane” perchè ci saranno investimenti “che creeranno buoni posti di lavoro” e sarà “una grande opportunità per l’industria italiana. Poiché l’Italia ha un’industria forte, anche l’Italia ne trarrà un grande beneficio perché attrarrà investimenti. Leonardo, ad esempio, ha annunciato una joint venture con Rheinmetall, quindi beneficerà anche degli investimenti tedeschi. E questo è un bene, perché abbiamo bisogno delle competenze e delle conoscenze dell’industria italiana”.