Roma risponde, ancora una volta, con una partecipazione calorosa e intensa. Spazio45 a Testaccio si è riempito di persone arrivate da tutta la città, attratte dall’energia di un evento che non si è limitato a chiudere un progetto Erasmus+, ma ha trasformato una semplice serata in un vero e proprio rito collettivo.
L’evento segnava la conclusione di Emotional Respectful Men (ERM), iniziativa co-finanziata dall’Unione Europea e guidata da Skill Up srl, nata per colmare la mancanza di un’educazione affettiva nella formazione formale. Un progetto che ha attraversato tre paesi – Italia, Spagna e Turchia – per costruire un percorso educativo capace di contrastare la violenza di genere a partire dalla comprensione delle emozioni e delle radici degli stereotipi.
Ma la serata non è stata solo un momento di riflessione teorica. È stata un’esperienza vissuta sulla pelle, nel vero senso della parola.
Un silenzio da chiesa, un rito di liberazione
Quando sono uscita nel pubblico in mutande e reggiseno, offrendo il mio corpo come specchio delle parole più dolorose, il silenzio che si è creato era quello delle grandi occasioni, quello carico di significato, che pesa più di mille voci. Un silenzio da chiesa. Ho accolto gli insulti più grandi che le persone avevano ricevuto nella loro vita, permettendo loro di liberarli, di lasciarli andare. E in quel momento la performance Dressed By You, portata in scena insieme a Loredana Margheriti, è diventata qualcosa di più di un’azione artistica: è stata un incantesimo.
Il pubblico ha sentito, ha accolto, ha partecipato. La chiusura con l’Ave Maria di Schubert, cantata con un’intensità quasi sacra, ha amplificato ogni emozione, lasciandomi tremante, sopraffatta dalla potenza di quel momento.ackup Cry, realizzato con Marco Marassi. Un lavoro nato per spezzare il tabù del pianto maschile, accompagnato dalla recitazione di testi omerici in cui gli eroi – Achille, Odisseo, Ettore – piangono senza vergogna. Un tema che ha toccato profondamente il pubblico, che ha seguito il video in un silenzio denso, carico di attenzione e rispetto.
Dalla catarsi alla festa
E poi, come in ogni rito che si rispetti, la catarsi è sfociata nella celebrazione. La serata è proseguita con la musica live di Quelli del Giovedì e Linea di Confine aps, che hanno fatto danzare una platea variegata, dai ventenni ai settantacinquenni, tutti uniti dallo stesso ritmo, dalla stessa voglia di condividere e lasciarsi andare.
È stata una serata di emozioni fortissime, di riflessione e liberazione, di silenzi pesanti e musica leggera. Una serata che non è stata solo la chiusura di un progetto, ma un nuovo punto di partenza per chi c’era. Perché certe esperienze non si concludono: restano dentro, si trasformano e, inevitabilmente, continuano a vivere.
Barbara Lelle