Europa ed America unite nel temporeggiare

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Le azioni messe in campo negli ultimi giorni da Israele nei confronti di Hezbollah, stanno cambiando lo scenario in medioriente e fanno risaltare tutta la debolezza pericolosa dell’ eccessiva prudenza di Usa e dell’ UE: sostengono che la deterrenza non può essere lasciata alla diplomazia. Lo stesso vale anche per l’ Ucraina. Ucraini e israeliani combattono per la loro stessa esistenza e per la salvaguardia dei loro territori, contro aggressioni non provocate . Altre alternative non hanno: far ricorso alle armi contro l’ invasione russa del febbraio 2022 e l’ aggressione di Hamas e di Ezbollah del 7 e 8 ottobre 2023. Questi conflitti saranno decisivi per le nostre vite future, per la nostra democrazia , per le economie e per la stessa consistenza del pianeta che non sia destabilizzata dalla forza e dal terrore. Ciononostante Europa e Usa continuano a chiedere agli ucraini di resistere e ad inviare armi con il divieto di usarle in territorio russo e ad Israele di scendere a compromessi che saranno disattesi. Certo l’ Europa ha reagito subito all’ attacco di Putin all’ Ucraina, ma con il passare dei mesi , si è intiepidita o addirittura in questi ultimi mesi anche divisa. In medioriente i duri colpi inflitti da Israele ad Ezbollah, culminati con l’ uccisione del suo leader Nasrallah, fa temere un’ escalation del conflitto con il coinvolgimento diretto dell’ Iran , che qualche giorno fa ha scagliato su Israele più di trecento missili, quasi tutti neutralizzati dalla difesa interna e con l’ appoggio degli Usa. La reazione dell’ esercito israeliano nei confronti dei miliziani libanesi è stato furibonda e ha provocato in pochi giorni migliaia di morti tra i civili e un milione di sfollati che si sono diretti verso Beirut. I colpi assestati ad Hezbollah e ad Hamas hanno messo in crisi la rete del terrore sciita dietro la quale l’ Iran ha destabilizzato per decenni il Medioriente: In Iraq, in Siria, nello Yemen, a Gaza e in Israele. A questo punto l’ Iran si è dovuto togliere la maschera ed esporsi direttamente. La situazione, in questo momento in quell’ area è particolarmente preoccupante, non solo per il probabile scontro tra Israele e Iran, ma anche per una possibile ripresa del terrorismo internazionale. Inevitabilmente il regime degli Ayatollah è in difficoltà sia sul piano interno, per il sempre maggior dissenso contro il regime , non solo della popolazione ma anche di alcuni ambienti dei pasdaran, detti anche ‘ guardiani della rivoluzione ‘ Ora Israele tira avanti diritto fino alla vittoria finale , pensando anche di chiudere i conti una volta per tutte con l’ Iran , rifiutando qualsiasi proposta di compromesso soprattutto se proveniente dall’ Onu, definita da Netanyahu ” Palude antisemita” . Ucraina e Israele mostrano al mondo intero che i conflitti non si placano con le concessioni, che danno vigore al nemico.

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