Le elezioni si avvicinano e, con esse, anche la preoccupazione che il numero di persone pronte a votare con coscienza sia davvero esiguo. In Italia, per lo meno, è dal 2004 che si registra una costante diminuzione nell’affluenza ai seggi per le europee: dal 71% al 54% in vent’anni. Rimaniamo comunque di quattro punti percentuali sopra la media europea, ma la tendenza non accenna minimamente a tornare positiva.
I motivi per cui gli italiani non sono interessati a votare risiedono anche nella confusione di una propaganda molto incentrata sul singolo candidato, ma che non ha presentato neanche un programma politico definito, conciso e comprensibile da poter condividere e votare. Senza tenere in considerazione che la candidatura di personaggi già impegnati nella politica del Paese (tra cui “Giorgia”, è così che vuole essere votata) genera smarrimento e sovrapposizione tra due realtà strettamente connesse, ma non uguali: Italia ed Europa.
E se l’affluenza generale al voto rischia di abbassarsi ancora quest’anno, la generazione Z potrebbe riservare sorprese: secondo alcune indagini dell’università di Urbino, il 60% degli under 30 crede nell’Europa, percepita così distante dal resto della popolazione. Proprio per questo, l’Associazione europea dei college universitari ha dato il via ad un’iniziativa pronta a coinvolgere quanti più ragazzi possibili: “Changemakers” vuole mettere in circolo contenuti politici creati dalla generazione Z per la generazione Z. A Coimbra, Catania, Salonicco e Dubrovnik, 240 ragazzi si sono cimentati nella creazione di video accattivanti per sé ed i propri coetanei, con l’intento di portare ai seggi quanti più giovani possibili.
L’affluenza dei ragazzi ai seggi è in crescita dal 2019, quando alcuni paesi europei hanno abbassato l’età minima per votare a 16 anni e la percentuale di presenza per la generazione è salita al 50,6%. Credono fermamente nella libertà e nella democrazia; vogliono dire la loro per assicurarsi che tutti in Europa possano beneficiarne.