Filippo Blengino, segretario dei Radicali Italiani: ‘Positivo ai test salivari che rilevano la presenza di cannabis, la mia patente è stata revocata, rischio un anno di carcere e seimila euro di multa’

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Filippo Blengino, segretario dei Radicali Italiani, si è autodenunciato con un video pubblicato sul suo profilo Instagram dopo essere risultato positivo ai test salivari che rilevano la presenza di cannabis ai posti di blocco delle Forze dell’Ordine. Il controllo stradale avvenuto a Roma ha portato il politico a ricevere una sanzione per aver fumato giorni prima e proprio per questo ha voluto rendere pubblico l’accaduto come critica al nuovo codice della strada.

Una delle novità principali del codice della strada infatti riguarda il fatto che i test salivari effettuati dalla Polizia rilevano la presenza di THC anche a distanza di una settimana dall’utilizzo della sostanza. Questa norma contenuta all’interno dell’Articolo 187 del codice della strada è ad oggi una delle più contestate.

Nonostante siano trascorsi giorni dal momento in cui il politico ha ammesso di aver fumato cannabis rispetto a quando è incappato nel posto di blocco delle Forze dell’Ordine, il nuovo codice della strada voluto da Matteo Salvini infatti non ha perdonato.

“Lucido si, lucido no io ti ritiro la patente e tu fino a tre anni la patente non la rivedi più”: sono ormai diventate famose le parole di Matteo Salvini durante la conferenza stampa al termine dell’approvazione in Senato del nuovo codice della strada. Le modifiche al codice della strada italiano volute in primis dal ministro dei Trasporti hanno infatti messo nel mirino i consumatori di cannabis.

Il video di autodenuncia del segretario dei Radicali Italiani termina infatti con una critica verso il nuovo codice della strada, infatti in conclusione afferma:

Sempre nel post Instagram, Filippo Blengino ha spiegato:

Dopo ore siamo stati portati prima in caserma e poi in ospedale, dove la mia patente è stata revocata, come previsto dalla riforma. Ora dovrò affrontare un processo e rischio un anno di carcere e seimila euro di multa. Con la forza della disobbedienza civile, combatteremo questa norma ingiusta ed insensata, che non salva vite ma calpesta la libertà. Non ci fermeremo fino a quando non sarà dichiarata incostituzionale.

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