Lettera pubblica in occasione della morte di Papa Francesco
di Agostino Sella, Presidente Don Bosco 2000
Con la morte di Papa Francesco il mondo perde non solo un Pontefice, ma una guida capace di parlare al cuore degli ultimi e di scuotere le coscienze assopite. |
Il suo straordinario carisma, fatto di gesti semplici e parole rivoluzionarie, ha rappresentato un faro per chi, come l’Associazione Don Bosco 2000, ha scelto l’accoglienza e la promozione umana come missione quotidiana. |
Oggi il Presidente Agostino Sella lo ricorda con commozione e gratitudine, sottolineando il vuoto che lascia una figura che ha saputo stare dalla parte dei poveri, dei migranti, degli esclusi. |
Ma insieme al lutto, emerge anche l’amarezza: dispiace vedere tra le navate di San Pietro tanti potenti della terra che in vita hanno ostacolato e criticato apertamente il messaggio di Papa Francesco, e che ora si mostrano devoti in un clima che sa, purtroppo, di ipocrisia. |
Sono giorni di lutto profondo. È morto papà Francesco. Il Papa degli ultimi. Il Papa dei barconi e dei migranti. |
Per noi, per chi ha scelto l’accoglienza come missione, oggi non è solo la fine di un pontificato. È la perdita di una voce che ci ha protetti quando eravamo soli. Quando l’Italia ci guardava come criminali solo perché accoglievamo. Quando parte della Chiesa si voltava dall’altra parte. |
Lui c’era. |
Con la sua parola chiara. Con il suo sguardo pieno di misericordia. È stato il nostro rifugio. La nostra ancora. La nostra certezza evangelica. Papa Francesco ha scelto sempre la parte scomoda: la parte degli ultimi, dei poveri, dei disperati. Non ha avuto paura di dire che “il migrante è Cristo”. |
Non ha avuto paura di ricordare al mondo che l’accoglienza non è un’opzione, ma un dovere. Oggi si celebrano i suoi funerali. E sarà anche una parata di ipocrisia. |
Vedremo sfilare i capi di governo che costruiscono muri, che chiudono i porti, che finanziano carceri per migranti in Italia, in Europa, in America. Quelli che pregano bene ma agiscono male. Quelli che parlano di Dio e poi calpestano gli ultimi. |
Lo dico con forza: non possiamo restare in silenzio. Chi ha davvero conosciuto Papa Francesco, chi lo ha amato, ha il dovere oggi di alzare la voce. |
Non possiamo lasciare che chi lo ha contrastato in vita, ora si lavi la coscienza con un post di cordoglio. |
Papa Francesco ha condannato senza mezzi termini le politiche disumane come quelle volute da Trump e oggi continuate da molti. Ha denunciato l’idea di una sicurezza che passa dal rifiuto. E lo ha fatto anche quando in Italia la politica ha scelto di voltare le spalle a chi fugge dalla guerra e dalla fame. |
Anche oggi, nel 2025, queste politiche sono rappresentate dal Governo Meloni, che finanzia respingimenti, che colpisce chi accoglie, che strumentalizza la paura per avere consenso. |
Noi non ci stiamo. |
Noi continuiamo a camminare nella direzione tracciata da Papa Francesco: accogliere, proteggere, promuovere e integrare. E chi oggi lo piange, se lo fa con sincerità, deve impegnarsi da domani a fare scelte concrete dalla parte degli ultimi. |
Chiudo questa lettera con le sue parole, che oggi suonano come testamento: |
“La misura dell’umanità si trova nel rapporto con chi è scartato, con chi è escluso.” Caro papà Francesco, noi continueremo a stare lì. A fianco degli scartati. |
Riposa in pace. |
Continua a proteggerci da lassù. |
Agostino Sella |