G7. Macron ‘galletto azzoppato’ attacca la Meloni per fare campagna elettorale

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Il presidente francese Emmanuel Macron arriva al G7 più che azzoppato che mai. Lui che voleva dettare le carte sul futuro dell’Europa e sul nuovo assetto mondiale deve giocare di rimessa. Lui che voleva essere l’anfitrione, il ‘one man show’, viene delegato in secondo piano. Lui che aspettava con ansia questo G7 per dimostrare ai suoi colleghi di essere il futuro dell’Europa ora si sta rendendo conto di essere meno re rispetto a qualche giorno fa. La sconfitta alle elezioni europee si reversa come un macigno su Emmanuel Macron. La sua figura esce ridimensionata non solo in Francia ma anche a livello mondiale. Il peso specifico della Francia non si discute ma le scelte del presidente, da Borgo Egnazia, non sono più così ‘forti’ e ‘cogenti’ come avveniva qualche mese fa. Lui non è più nelle condizioni di ‘imporre’ diktat agli alleati. Alleati che aspettano il responso delle urne di fine mese e quindi non possono accettare nessuna imposizione che giunga dal presidente francese. Macron che voleva presentarsi da ‘guascone’ a Borgo Egnazia veste i panni di un ‘galletto azzoppato’. Se fino a due settimane fa tesseva tele per delineare il futuro dell’Ue ora deve sottostare ed aspettare il voto dei francesi, che questa volta votano per la Francia ed il suo futuro e non per l’Europa. Questo, significa, che non potrà più dare le carte, alzare la voce e sottostare alle richieste che gli vengo fatte. Ma, paradossalmente, ed è questo il bello della politica, nel periodo, forse, più buio della sua carriera si ritrova a partecipare ad un G7 ovvero ad una vetrina mondiale che sfila solo pochi giorni l’anno. E quindi cerca di sfruttarla in tutti i modi e lo fa con l’unico scopo di parlare direttamente alla sua Francia, ai cittadini francesi. E così utilizza la forza della Francia, come potenza mondiale, per ‘influenzare’ il voto francese di fine giungo. Gli serve un bersaglio e sul piatto d’argento si trova il tema dell’aborto e quindi il nome di Giorgia Meloni. Attaccare la premier italiana equivale attaccare Marin Le Pen su un tema molto sensibile in Francia che potrebbe spostare voti alle prossime elezioni di fine mese. Una opportunità stupenda, avrà pensato Macron. E, quindi, va all’attacco di Giorgia. “Dispiace che manchi la parola aborto nella dichiarazione finale del G7. Sensibilità diverse. Ma rispetto la scelta del popolo italiano”. E poi, sempre puntando il dito contro la premier italiana, passa alle Europee. “Meloni più forte? Gli equilibri non sono molto cambiati”. Messaggi che indicano la debolezza dell’inquilino dell’Eliseo che sfruttando la vetrina de G7 gioca, contemporaneamente, la partita in patria ed in Europa.

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